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La Classe Operaia va in paradiso: 5 lavoratori diventati stelle del calcio

Dal tappezziere al tabaccaio passando per l’operaio, queste, alcune delle professioni svolte da diversi calciatori prima di sbarcare il lunario con i migliori club europei.
A cura di Salvatore Parente
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Vardy

Molti credono che la vita di un calciatore sia facile e tutta in discesa. Certo, una volta giunti in Serie A con le luci della ribalta, gli ingaggi faraonici e la notorietà tutto diventa più agevole e la vita, dopo anni di sacrifici vari, assume un sapore migliore ma, per alcuni giocatori, magari per quelli arrivati tardi all’appuntamento con le maggiori categorie professionistiche del calcio, la strada è stata ancora più dura e impervia. Parliamo di quei protagonisti del rettangolo di gioco che, prima di affermarsi in grandi club, si son dovuti arrangiare praticando oltre al gioco del pallone anche i lavori più disparati.

L’operaio del gol Jamie Vardy

L’attaccante del Leicester di Ranieri campione in carica è stato protagonista di una delle storie più belle presenti in questa piccola rassegna. E sì perché il bomber delle Foxes, prima di debuttare in Premier League con la compagine delle Midlands Orientali, vincere il titolo d’Inghilterra ed esordire con gol in Nazionale, ha dovuto sgobbare non poco in fabbrica dove, per pagarsi gli studi, lavorava come operaio in una ditta di sostegni ortopedici a Sheffield. Un lavoro che gli ha permesso di vivere e di cullare quel sogno che, grazie alle stagioni con Halifax Town e Fleetwood Town (58 reti in due anni), gli hanno permesso di realizzare il suo sogno arrivando, a 25 anni, nel calcio che conta. Il resto della favola, oggetto di un film del regista Adrian Butchart, l’abbiamo vista, apprezzata ed amata, indistintamente, tutti.

Zampagna

Tappezziere, tabaccaio, bomber: la vita di Riccardo Zampagna

Da un attaccante all’altro, il passo è breve. Da una “era” del calcio all’altra, infatti, troviamo un altro “mestierante” del pallone, ovvero: Riccardo Zampagna. Il ragazzo di Terni, arrivato in Serie A col Messina a 30 anni suonati nella stagione 2004/05, prima di giungere in Serie C1 con Arezzo, Catania e Brescello e poi trovare la Cadetteria con le maglie di Cosenza, Siena e Ternana, per vivere, ha svolto fino all’età 24 anni il lavoro di tappezziere per poi tornare a svolgere una professione non sportiva, a carriera terminata nel 2010 con la Carrarese, con una tabaccheria nel centro della sua amata città. Una vita nata dalla tranquillità e, inesorabilmente, tornata alla normalità.

Torricelli

Dalla falegnameria alla fascia destra della Juve, la favola di Moreno Torricelli

Geppetto, così venne soprannominato dal “Divin Codino” Roberto Baggio, quel ragazzotto umile di provincia che si era unito da poco alla Juventus, club più prestigioso del panorama calcistico nazionale. Quel soprannome, rimastogli accanto per tutta la vita sportiva, in maniera precisa, netta e sintetica riassumeva la carriera di terzino destro volitivo e pugnace che, prima di firmare per la Vecchia Signora, praticava il football per passione e la falegnameria come mestiere. Dopo una mezza stagione negli Allievi del Como, infatti, Moreno non convince la società lariana tornando alla Folgore Verano, di lì passa all’Oggiono in Promozione, poi alla Caratese fino all’amichevole disputata solo per mero hobby dal fabbricante di mobili che, proprio contro la squadra bianconera con la sponsorizzazione di mister Trapattoni, si guadagna il pass per trasferirsi, come nelle migliori favole a lieto fine, alla Juve (con la quale conquisterà anche una Champions League) per 50 milioni di lire.

Bacca

Carlos Bacca dalla rete da pescatore a quella da calcio

Protagonista di questa piccola storia è, ancora una volta, un attaccante, ovvero il numero 70 rossonero Carlos Bacca. Il colombiano fa parte di questa piccola schiera di lavoratori del calcio che, prima di farsi largo fra i professionisti raggiungendo insperate vette, hanno aiutato la propria famiglia sacrificandosi con un mestiere totalmente diverso da quello del calciatore. Bacca, contestualmente agli allenamenti col Junior Barranquilla, squadra che lo ha poi lanciato ad alti livelli, infatti, faceva, per dare una mano a suo papà, sia il controllore dei bus che, sempre col padre, il pescatore. Un lavoro che sembra averlo forgiato ad hoc per il ruolo da spietato attendista che occupa ora in campo. Un bomber guardingo e sornione in grado cioè di aspettare pazientemente anche tutta la partita l'occasione giusta per poi affondare il colpo e realizzare un gol, una rete, una segnatura diventata motivo per il quale oggi, il bomber di Puerto Colombia letteralmente vive.

Cissé

Papiss Demba Cissé, l’ambulanziere di Dakar

Il classe ’85 senegalese Demba Cissé prima di diventare una delle punte più apprezzate fra Ligue 1 e Premier League e, prima ancora di guadagnarsi da vivere in Cina con 3 milioni di euro a stagione con lo Shandong Luneng (la compagine di Pellé), nel suo paese guidava l’ambulanza. Nel triennio precedente la sua partenza per la Francia avvenuta nel 2005, infatti, il giovane di Dakar portava negli ospedali locali i pazienti della capitale del Senegal. Un’esperienza che, per freddezza e autocontrollo, gli è servita non poco anche nella professione, abbondantemente più redditizia, di calciatore con ben 153 reti segnate dalla punta fra club e nazionale.

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