La classe ‘operaia’ del Milan: Antonelli, Honda e Zapata per l’Europa

La rincorsa a un piazzamento europeo del Milan è ufficialmente lanciata. Mihajlovic lo aveva detto in tempi non sospetti e ieri, dopo la vittoria sul Torino, ha ribadito il concetto: "Credo nel terzo posto". Un obiettivo ora condiviso da molti, anche in società e che poggia su dati ed elementi concreti. In primis la serie di gare utili: nove con il successo della 27a giornata, per 18 punti complessivi e nessuna sconfitta (cinque vittorie e quattro pari), otto in più rispetto alle stesse gare dell'andata, in cui le sconfitte furono quattro. L'ultimo ko è del 6 gennaio scorso (Milan-Bologna 0-1) e Donnarumma nelle ultime 10 partite ha subito 7 gol mantenendo la porta inviolata contro Fiorentina, Inter e Palermo e incassando due reti contro Roma e Napoli (all'andata con i partenopei furono 4, con i porta Diego Lopez).
In secondo luogo, il modulo: dopo numerosi esperimenti e peripezie tattiche, Mihajlovic ha trovato rifugio ed equilibrio nel 4-4-2; più efficace, con buona stabilità difensiva e propositività in attacco, ma soprattutto ha trovato uomini idonei a interpretare i due reparti in linea con un attacco mobile e dinamico. E così il ruolino di marcia del 2016 ha messo in evidenza nuovi protagonisti tra i rossoneri. Detto di Donnarumma, titolare da 19 gare e stabilmente nelle top ten di rendimento del ruolo, con il passare delle giornate si sono imposti all'attenzione generale prima un Honda perfettamente calatosi nel ruolo di esterno di centrocampo, abile in copertura, rapido nel capovolgere l'azione e sempre pericoloso da assistman o sui calci piazzati.
Ancora più degna di nota la crescita del centrale difensivo Zapata: chiamato a sostituire Romagnoli contro il Napoli, si è portato a casa lo scalpo eccellente di Higuain e anche ieri contro il Torino è stato tra i migliori in campo. Dulcis in fundo, l'interessante assist di Mihajlovic al ct Conte che, sull'out di sinistra, ha costruito una catena affidabile e molto in sintonia con Antonelli e Bonaventura. E se l'ex atalantino non lo scopriamo certo adesso, visto che ha tenuto su la baracca anche nei periodi bui della stagione, l'ex genoano è riuscito a superare alcuni momenti di scarsa forma e convinzione uscendo alla distanza e rivelandosi un puntello funzionale, tatticamente disciplinato e capace di coprire tutta la fascia.