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L’Udinese insegna: in tempo di crisi, gli affari si fanno così

In un mercato che stenta, l’unica società capace di fare affari nell’ultimo quinquennio è l’Udinese. Il club dei Pozzo ha ceduto un’intera squadra di campioni, da Handanovic a Inler, da Isla a Quagliarella e Sanchez. Rimpinguando le casse societarie e restando ai vertici della Serie A.
A cura di Alessio Pediglieri
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udinese pozzo

In una serie A molto più ridimensionata e con un mercato votato irrimediabilmente al ribasso c'è anche però chi è riuscito a permettersi affari d'altri tempi grazie ad una campagna di cessioni da top-club. E' l'Udinese, piccola-grande realtà del nostro calcio, capace di approfittare del crollo delle società che per anni hanno mopolizzato lo scenario dei campionati e del mercato, riducendo il ‘gap‘ di divario tra le proprie possibilità e le aspettative di gloria.
Rilevato il club friulano nel lontano 1986, la famiglia capitanata da Gino Pozzo (patron dell'Udinese ma anche del Granada e del Watford), attraverso una politica vincente e che ha fatto scuola, costruita sugli acquisti mirati e la valorizzazione dei giovani, con cessioni alle grandi squadre a un prezzo molto più elevato di quello speso per acquistare i calciatori, ha portato una squadra di provincia a diventare una delle più belle realtà del calcio italiano.

Una filosofia nata da lontano – Una strategia nata in tempi non sospetti, quando il calcio spendeva molto di più di quanto poteva permettersi e i primi della classe firmavano assegni miliardari senza guardare i bilanci e i passivi. Da Balbo a Sensini, da Bierhoff ad Amoroso, da Appiah a Pizarro, da Muntari a Iaquinta, passando per i vari Helveg, Giannichedda, Fiore e Jorgensen, l'Udinese ha sempre tenuto un profilo leggermente più basso, evitando passi superiori alle proprie gambe. E in questi 25 anni di storia bianconera sono tanti i campioni passati da Udine prima che l'Udinese si affermasse a livello assoluto con i grandi club.
E se si guarda con attenzione agli ultimi 2-3 campionati, ci si accorrge che la politica dei Pozzo è stata ancor più vincente che in passato, intensificando la valorizzazione dei propri talenti vendendoli a peso d'oro. Tanto che oggi si può stilare una vera e propria squadra di fenomeni passati da Udine da sconosciuti.

Eccola, un bel 3-5-2

udinese pozzo handanovic

La difesa
1 – SAMIR HANDANOVIC – Il portierone sloveno approda a Udine ad appena vent'anni, quando è uno semisconociuto, nella stagione 2004-05. Esordisce in Serie A, ma l'anno seguente la società decide di mandarlo in giro a farsi le ossa senza però perderne il cartellino. Tre anni di prestiti fra Treviso, Lazio e Rimini e quando ritorna, nel 2007, Handanovic spicca il decisivo volo, affermandosi come uno dei migliori estremi difensori della Serie A. Soprattutto diventa uno specialista nel neutralizzare i rigori, fama che lo inserisce da protagonista nell'ultimo mercato quando Handanovic approda all'Inter, dove sarà il successore di Julio Cesar.

2 – CRISTIAN ZAPATA – L'Udinese lo preleva ancora diciottenne dal Deportivo Calì per appena 500 mila euro. Il difensore, sconosciuto ai più, si rivela da subito un ottimo prospetto e una garanzia del reparto arretrato, diventanto un titolare inamovibile. Lascia i friulani nel 2011 dopo sei stagioni da titolare. Ad aggiudicarselo è il Villarreal, in Spagna, che per lui spende circa 9 milioni di euro.

3 – FELIPE – Viene scoperto a 15 anni dall'osservatore Manuel Gerolin. E' un italo-brasiliano approda in Prima squadra nel 2002, imponendosi come difensore centrale affidabile e di temperamento. Lascia l'Udinese da leader nel 2010, e approda alla Fiorentina, che complessivamente paga ai friulani 6 milioni di euro. In viola perde però l'antico smalto, finendo presto fra le riserve. Gioca sei mesi in prestito al Cesena e poi fa ritorno in toscana, ma per lui i fasti di Udine sembrano ormai lontani.

4 – ALEKSANDAR LUKOVIC – Acquistato in compartecipazione dalla Stella Rossa nel 2006, il giovanissimo difensore viene girato in prestito all'Ascoli in vista di un po' di gavetta. L'anno successivo torna subito a Udine, dove diventa uno dei perni della difesa bianconera. Lascia i friulani dopo 3 anni per passare allo Zenit San Pietroburgo di Spalletti che lo richiede a gran voce. In Russia il serbo conferma le buone qualità mostrate in Italia, e oggi è uno dei pilastri della squadra del tecnico italiano campione in carica.

udinese pozzo inler

Il centrocampo
5 – MAURICIO ISLA – E' un classico ‘amore a prima vista' e l'Udinese ne resta folgorata dopo averlo visto giocare nel Sudamericano Under 20 con il Cile. Nonostante il centrocampista non abbia mai esordito nella Prima squadra dell'Universidad Catolica, Pozzo decide di portarlo in Italia nel 2007, inizialmente aggregandolo alla Primavera bianconera. Ma ci resta per poco perchè l'esterno sinistro esordisce in A l'anno seguente e nel giro di 5 anni diventa uno dei giocatori più forti del massimo campionato italiano nel suo ruolo. Tanto che ha deciso di puntare per il futuro proprio su Isla la Juventus che sborserà ai friulani 9 milioni e 400 mila euro in tre anni per la sua comproprietà, bruciando sul tempo un'altra grande l'Inter di Moratti.

6 – GOKHAN INLER – L'Udinese lo compra dallo Zurigo nel 2006, pagandolo 2 milioni di euro e lo svizzero si afferma come uno dei centrali di centrocampo più solidi della Serie A, in grado di distruggere il gioco avversario ma anche di impostare la manovra. Tutti lo vogliono, ma Pozzo fa il duro e apre un aspro duello di mercato con la Juventus e il Napoli: la società di De laurentiis ingaggia Inler nel 2011 per 17 milioni e mezzo. Sotto il Vesuvio dovrà aspettare una stagione per affermarsi ma dopo l'ambientamento, Inler è comunque un perno fisso nel gioco di Mazzarri.

7 – KWADWO ASAMOAH – Mediano possente e molto abile nel recuperare palloni, il ghanese è prelevato nel 2008 dal Bellinzona per un milione di euro, dopo una stagione in prestito al Torino senza mai giocare. Con i friulani, soprattutto grazie a Guidolin, ha una crescita costante, e nel 2010 disputa anche un gran Mondiale in Sudafrica con la propria Nazionale. Un salto di qualità non passato inosservato vistoche quest'estate la Juventus ha deciso di puntare su di lui (strappandolo all'Inter) come rinforzo per il centrocampo: ai friulani andranno altri 9 milioni di euro in tre anni per la comproprietà.

8 – SIMONE PEPE – Classico esterno offensivo tutto corsa e grinta, l'Udinese lo prende in comproprietà dal Palermo nel gennaio 2006, puntandoci subito molto. Dopo una stagione in prestito al Cagliari, infatti i friulani lo riscattano alle buste e nelle tre stagioni da titolare il romano si rivela un componente fondamentale del tridente offensivo bianconero. Nel 2010 ancora una volta la Juventus fa la spesa in Friuli e decide di puntare su di lui, prelevandolo in prestito oneroso per 2,6 milioni di euro. L'impatto di Pepe con la nuova realtà è positivo e il giocatore viene riscattato l'estate seguente per sette milioni e mezzo. Tanto da rientrare anche nei parametri di Conte nella vittoria scudetto del 2011-2012

9 – ASAMOAH GYAN – Prelevato dai ghanesi del Liberty Professional nel gennaio 2004 ad appena 18 anni. E' uno dei classici talenti sconosciuti cui punta Pozzo: esordisce subito in Serie A con i bianconeri,poi due stagioni in prestito al Modena, dove esplode come uno degli esterni offensivi più promettenti del campionato italiano. Torna così a Udine, dove vive da protagonista le stagioni 2006-2008. Nel luglio del 2008 viene ceduto, acquistato dai francesi del Rennes per 8 milioni di euro.

udinese pozzo sanchez

L'attacco
10 – FABIO QUAGLIARELLA – L'Udinese ne acquista il cartellino nel 2005, ma nel 2006 accetta l'offerta della Samp per la comproprietà. Un piccolo voto di sfiducia, ma poi lo riscatta alle buste, versando 7,3 milioni di euro per il restante 50 per cento del cartellino. L'attaccante arriva così in Friuli nel 2007, e ripaga tutti formando una coppia d'attacco micidiale con Totò Di Natale. Nel 2009 è il momento della cessione e Quagliarella passa al Napoli per 16 milioni più metà cartellino di Domizzi.

11 – ALEXIS SANCHEZ – E' il classico fiore all'occhiello del mercato friulano. L'Udinese si innamora del ‘Niño Maravilla' nel 2006 e lo acquista appena diciassettenne pagandolo 2 milioni di euro. Per fare esperienza lo dà in prestito prima al Colo Colo, poi al River Plate, per poi portarlo, ancora giovanissimo in Italia. Il cileno esplode, rivelandosi nel giro di tre stagioni un vero fenomeno e il grande Barcellona ingaggia Sanchez e nel 2011 sborsa nelle casse dell'Udinese 26 milioni più 11 e mezzo che pagherà in base al raggiungimento di obiettivi sportivi.

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