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L’Italia di Prandelli si riscopre imbattibile in difesa ma con un problema in attacco

Il ‘progetto Italia’ sta proseguendo sui giusti binari: gruppo affidabile, giovani di spessore e qualità: tutti elementi che fanno ben sperare per il ritorno al successo della nostra Nazionale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sembra lontanissima la grande delusione dell'ultimo mondiale sudafricano con una Italia campione del mondo in carica malmenata e rimandata a casa senza colpo ferire. Certo, si sapeva da sempre: ripetersi era difficile se non impossibile di questi tempi, eppure il ritorno di Lippi, il tentativo di ricreare l'alchimia del 2006 e qualche sensazione positiva avevano lasciato presagire una fine ben migliore di quella poi subita. Oggi, quelle immagini e quei ricordi sono pallore. Si è cambiato tutto, in modo deciso, con un Azzurro rivoluzionato nelle parole e nei fatti dando in mano la prima squadra ad un tecnico emergente pronto a mettersi in gioco e a rischiare di suo anche in Nazionale. Cesare Prandelli, infatti, non si è mai tirato indietro di fronte all'arduo compito di confrontarsi con un passato recente molto scomodo perchè vincente, e l'ha fatto – onore suo – senza mai sconfessare le proprie visioni di gioco e di schema che l'avevano fatto apprezzare – da tecnico ancor prima che da selezionatore – alla Fiorentina. E non inganni lo scivolone con l'Irlanda di Trapattoni, dove l'Italia ha rimediato una magra figura (speriamo vada meglio nella partita amichevole italia spagna del 11 agosto).

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IL ‘TAGLIO' COL PASSATO – E cosí, con una Nazionale che ha dato un taglio preciso al passato salutando quasi tutti gli eroi di Berlino e guardando al futuro, il nuovo corso ha giá dato risultati gratificanti e positivi guardando ad esempio ció che si è fatto fino ad ora nel cammino di avvicinamento del prossimo Euopeo 2012. Non è un caso, dunque chieda esempio l'Italia sia l'unica nazionale del torneo ad aver subito solamente un gol, dimostrando di avere la difesa più forte di tutti i gironi di qualificazione. Ritorno al vecchio catenaccio? Macchè: il gioco di Prandelli non condivide le scelte del difensivismo ad oltranza, anzi. Il segreto di questo piccolo grande successo sta nel ‘gruppo' e nella nuova mentalità con cui si affrontano gli impegni.

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TUTTI PER UNO  – Alcuni numeri e nomi chiarificano meglio il concetto. Nell'Italia post-mondiale l'unico perno costante in difesa è solamente Giorgio Chiellini, 25enne difensivo della Juventus che è stato indicato da Prandelli quale giocatore da cui non poter prescindere. Al suo fianco si è alternato un po' chiunque. A partire dal portiere (Sirigu, Viviano, Buffon) ai compagni di reparto (Bonucci e Ranocchia) fino ai laterali (De Silvestri, Molinaro, Cassani, Maggio, Criscito, Bakzaretti, Antonelli, Zambrotta). Questo lungo elenco di giocatori dimostra meglio che altre spiegazioni, come per Prandelli vinca di piú lo schema e la mentalitá dell'insieme rispetto al singolo individuo. Non si tratta di confusione e sperimentazione ma semplicemente dell'applicazione massima del ‘credo' calcistico del tecnico. Non a caso, potrebbe inserirai  – anche in forma stabile se lo dimostrerá  – anche il giovane talento di Angelo Ogbonna, 23enne di talento che ha giocato l'ultima stagione in serie B nel Torino: nigeriano di origini ma italiano di passaporto, si ispira a Nesta e Thuram ed è tra i più promettenti talenti in rampa di lancio del nostro calcio.

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NAZIONALE ‘SPUNTATA' – A completare il ‘progetto' azzurro di Prandelli, non sono solo i numeri ‘difensivi' della sua Italia. Detto dei gol non subiti, un ulteriore punto di forza della nostra nazionale sembra essere anche la scelta di chi veste i panni del goleador. Le idee a riguardo di Prandelli sembrano infatti essere molto precise anche in questo caso. Il centravanti non sembra essere più di moda, centravanti nella sua eccezione classica, di prima punta alta e forte a centro area. Di fatto, tra i convocati al prossimo Europeo potrebbe anche non esserci spazio per due punte pesanti, vista la ‘formula dei piccoletti' che tanto sembra piacere al Ct. L'idea per esaltare in mezzo al campo giocatori come Pirlo, Aquilani, Montolivo, Thiago Motta e Marchisio, sembra proprio quella di reperire la qualità e il dinamismo delle punte piuttosto che la loro presenza fisica in area di rigore. E allora ecco uscire le idee di un attacco con i vari Giuseppe Rossi, Antonio Cassano, Mario Balottelli. A rischiare il posto potrebbero essere dunque Borriello, Gilardino, Matri, Pazzini. Non nomi di secondo piano, anzi. Pazzini oggi sembra essere in pole nelle scelte del Ct, grazie all'ultima parte di stagione giocata in nerazzurri. Poi viene il bianconero ex cagliaritano Matri, forse il più versatile tra le prime punte oggi a disposizione; poi arrivano Gilardino – alla ricerca di un club che gli permetta una ribalta costante durante l'anno, possibimente in Italia – e Borriello, emarginato nell'ultimo corso giallorosso della gestione Montella.

Il ‘cantiere Italia' è dunque aperto ma il progetto su cui lavorare è ben preciso e delineato: ‘dal primo giorno chiedo a tutti di aggredire la palla. Ho chiesto di essere pressanti sul portatore avversario a costo di perdere subito un giocatore. All'inizio mi hanno guardato perplessi, poi hanno capito e mi hanno seguito con buoni risultati'. Prandelli dixit. Numeri alla mano, al momento ha ragione lui.

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