L’indifferenza di Dani Alves: “Astori? Muoiono migliaia di bambini e nessuno ci pensa”
La morte di Davide Astori ha sconvolto il mondo del calcio, soprattutto italiano, per una scomparsa ancora oggi senza motivo. Note di cordoglio da tutti, indistintamente, al di là di fazioni, colori e tifo. In queste ore, mentre la Procura sta lavorando per capire la dinamica degli eventi, tutti sono attorno ai familiari sconvolti dalla scomparsa del capitano della Fiorentina, a soli 31 anni.
La notizia che ha sconvolto il calcio
Ma nel coro delle condoglianze e nelle dimostrazioni d'affetto c'è anche la classica eccezione, una voce fuori dal coro che appare – per mancanza di tatto e tempistica – alquanto stonata e inopportuna. E' quella dell'ex Juventus e Barcellona Dani Alves, oggi esterno del Paris Saint Germain.
Ovviamente, la ridondanza della morte di Astori ha fatto sì che la notizia abbia da subito travalicato le Alpi e sia divenuta di dominio pubblico. Anche all'estero sono arrivate testimonianze di sostegno e affetto, con il mondo dello sport che ha compreso immediatamente la grandezza del dolore che ha colpito i familiari e tutto il movimento calcistico italiano.
Le dichiarazioni di Dani Alves
Eppure a Parigi qualcosa non sembra essere stato recepito visto che il brasiliano del Psg ha stemperato il clima di commozione con dichiarazioni un po' sopra le righe. Dani Alves che ha anche giocato in Italia in Serie A e ha incontrato da avversario con la maglia della Juventus Davide Astori non ha avuto parole tenere e di circostanza. Quando gli è stato chiesto di parlare di come la morte di Davide Astori sia stata accolta dai giocatori del Psg, il brasiliano non ci ha girato molto intorno.
Non ne siamo stati perturbati più di tanto perché non lo conoscevamo molto. Sono addolorato per la sua famiglia. Penso che Davide abbia fatto quel che doveva in questo mondo caotico e che ormai sia in un mondo migliore. Nel mondo però ogni giorno muoiono di fame migliaia di bambini che non ricevono altrettanta attenzione. E sono invece altrettanto importanti. Tutti dobbiamo morire prima o poi perché siamo di passaggio. Magari siamo tristi, ma non di certo come i suoi famigliari