L’incredibile Italia di Prandelli ad un passo dal sogno continentale
L'Italia innamorata – Bella da stropicciarsi gli occhi e da non crederci, bella da farci perdere il sonno. L'Italia è in finale, con pieno merito e dopo aver ancora una volta fatto innamorare gli italiani che, nel corso degli anni, l'avevano un pò snobbata e tradita. Tornano in mente i magici momenti del mondiale 2006 ed i titoli a nove colonne che accompagnarono l'impresa dei ragazzi di Marcello Lippi: prime pagine, ormai un pò ingiallite e bloccate dentro cornici improbabili, che ci sorvegliano e sorridono dalle mura di casa nostra. E' tutto vero: siamo nuovamente ad un passo dal realizzare un sogno che, fino a quindici giorni fa, era soltanto un attraente chance per scommettitori audaci, gli stessi che a Berlino annusarono il profumo dell'impresa e puntarono forte sull'azzurro. Come in quell'occasione, l'azzardo sta pagando. Che si parli di una vincita in denaro o più semplicemente di un televisore regalato, anche in questa occasione credere nella squadra di Prandelli si sta rivelando una scelta sicura. E' finita con un 2 a 1 che poteva essere, tranquillamente, un 4 a 0. E' finita con l'Italia intera in festa e con le lacrime dei tifosi tedeschi. E' finita con la Merkel che torna a casa, stretta (è proprio il caso di dirlo) nel suo completino verde speranza. Proprio quella che aveva Loew, il tecnico della Germania, prima della gara. Una speranza spazzata via da una squadra (la nostra) che, di giorno in giorno, grazie a quel doping naturale che si chiama autostima, cresce e lievita come il corpo di Bruce Banner: lo scienziato americano al quale Stan Lee, regalò straordinari super poteri ed un nome decisamente particolare.
Tutti a Kiev – Grandi e grossi come Hulk, il famoso protagonista verde della Marvel, i ragazzi di Prandelli stanno marciando su Kiev.
Il party annunciato – Tra la Spagna ed il triplete euromondiale, ci saremo noi: guastafeste di una consacrazione già annunciata e festeggiata. Saremo i partecipanti "scomodi" al party spagnolo, quegli "imbucati" che, tutto ad un tratto, cominceranno a rovinare la festa di Casillas e compagni, pronti a brindare al terzo trofeo internazionale consecutivo. Ci vorranno testa, cuore e gambe per fermare le ambizioni iberiche. Prandelli ne è cosciente e, per il momento, vola basso: "La favorita è la Spagna, ha anni e anni di lavoro alle spalle e arriva da partite in cui ha sempre dominato. Troveremo una squadra brillante capace di giocare bene al calcio come ha dimostrato in questi anni". Una dichiarazione di consapevolezza, che fa il paio con il gioco azzurro diventato, di partita in partita, sinonimo di forza e spensieratezza. Al party spagnolo, fissato per domenica a Kiev, ci andremo portandoci dietro undici amici, equipaggiati (ognuno) di una dote particolare: il carisma di Buffon, l'energia di Balzaretti, la solidità di Bonucci e Barzagli, la grinta di Chiellini, la furia agonistica di De Rossi e Marchisio, l'ingegno di Pirlo, la freschezza di Montolivo, l'estro di Cassano e lo strapotere fisico di Balotelli. Si torna all'Olimpic Stadium di Kiev, quindi, teatro dello show contro l'Inghilterra. Si torna su quel prato dove è nato il sogno di Prandelli e dei suoi undici ragazzi terribili. Un'impianto che, nonostante il suo colore originale (costruito nel 1923, venne chiamato "Stadio Rosso Trojitskiy"), è pronto ad ospitare la sognante marea azzurra di tifosi. "Non vogliamo più svegliarci", ha dichiarato Cesare Prandelli subito dopo il fischio finale dell'arbitro Lannoy. Un desiderio condiviso da una nazione intera!