L’azzurro sbiadito di Cesare Prandelli e i dubbi in vista della partita contro Malta

Amichevoli? No grazie! – C'è voluta tutta la classe di Marco Verratti (e l'esperienza del buon vecchio Gilardino) per mettere un freno alla striscia di sconfitte consecutive che l'Italia di Prandelli aveva accumulato nelle ultime cinque amichevoli. Torniamo a casa con un pareggio: poco per quelle che erano le nostre ambizioni e aspettative, molto se si pensa a come è andata la gara per tutti i novanta minuti regolamentari. Sempre in balìa dell'avversario, mai pericolosi e con un modulo (il 4-3-3) che non ha convinto del tutto, l'Italia è rimasta in piedi, di fronte alle folate "orange", grazie al talento di Gigi Buffon che, in più di un'occasione, ha salvato il fortino azzurro dopo che la coppia Astori-Barzagli aveva gentilmente concesso l'utilizzo del ponte levatoio ai "nemici" olandesi. Si spera che la notte abbia portato consiglio a Cesare Prandelli, atteso dall'amichevole contro il Brasile (21 marzo a Ginevra) e, soprattutto, dalla trasferta di Malta che, cinque giorni dopo, dovrebbe portare altri punti in classifica per la corsa verso Brasile 2014. Il cestino da picnic, per la passeggiata maltese, pare già pronto ma per esser certi di poterlo usare bisognerà cominciare a porre rimedio agli evidenti problemi (personali e di squadra) che l'undici azzurro ha evidenziato anche in quel di Amsterdam.
Il vuoto davanti a Gigi – Dopo lo show di ieri sera, De Sanctis, Marchetti e Sirigu possono tranquillamente tirar fuori il mazzo di carte e passare il loro tempo a giocare a "rubamazzetto", anche perchè di rubare altro (la maglia di Buffon) proprio non se ne parla. Anche contro l'Olanda, il portiere della Juventus ha dimostrato, ancora una volta, di essere non solo il più forte al mondo ma anche la guida spirituale perfetta (insieme a Pirlo) per svezzare la giovane Italia che sta nascendo. Il problema è che, di fronte a lui, c'è una "nursery" di giocatori ancora lontani dal poter camminare da soli. Prandelli dovrà lavorare molto sulla difesa, dove Abate e Santon si sono arrangiati e Astori ha fatto rimpiangere Chiellini e Bonucci. Ieri, nel mezzo della battaglia (ossia a centrocampo), Pirlo ha marcato visita e, insieme a De Rossi, Montolivo e Candreva, non ha offerto un rendimento all'altezza. Davanti, infine, la coppia Balotelli-El Shaarawy è risultata impotente (ansia da prestazione?), slegata dal contesto del modulo e, specialmente Balo, lontana dalla condizione ottimale. Il meglio lo abbiamo visto nella ripresa quando, dopo i cambi, Prandelli ha potuto contare sull'esperienza e la freschezza di giocatori come Gilardino e Verratti che, insieme ad Osvaldo, Diamanti, Ranocchia e Florenzi, hanno rivitalizzato una squadra che sembrava poter crollare da un momento all'altro.
La maliconia di Verratti e la felicità di Mangia – Il gol dell'ex centrocampista del Pescara, è l'unica fotografia nitida in mezzo a tanti scatti sfocati e mossi. Una giocata che ha fatto tornare il "magone" ai tifosi abruzzesi e allo stesso giocatore che, nel dopo partita, ha candidamente dichiarato: "Mi piacerebbe tornare a giocare in Serie A". Toh, vuoi vedere che il vento sta davvero cambiando e che, dopo la "Gioconda" Balotelli, si riesca a portar via dal Louvre anche il prezioso dipinto dell'artista abruzzese? Ironia a parte, la "cantera" azzurra è in pieno fermento e sta cominciando a sfornare giocatori con i quali ci si può davvero costruire una squadra all'altezza del Brasile, padrone di casa nel prossimo Mondiale. Ne sa qualcosa Devis Mangia che, grazie al suo lavoro, è diventato il primo fornitore ufficiale di talenti del mister Prandelli. Il tecnico dell'Under 21 sta mettendo a tacere, partita dopo partita, chi aveva storto il naso davanti alla sua nomina e, soprattutto, sta lavorando per regalare alla nazionale maggiore alternative di valore. La vittoria di ieri, contro la temibile Germania, è stata l'ennesima dimostrazione del talento di giovani come Insigne, Immobile e Borini… senza dimenticare i vari Gabbiadini, De Sciglio, Marrone, Saponara e Sansone: volti di una generazione che, probabilmente, sarà sulla bocca di tutti quando arriverà il momento di fare le scelte per Brasile 2014.