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L’Argentina passeggia sui resti azzurri: Italia, è tutto qui?

La selezione di Sampaoli vince 2-0 senza difficoltà: quando nel finale decide di affondare il colpo, va a segno due volte in 10 minuti con Banega e Lanzini e chiude il match. Per quasi un’ora l’Italia non ha mai tirato in porta. Si è salvato solamente Insigne, l’unico a crederci fino alla fine.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sono bastati dieci minuti di calcio dignitoso da parte della selezione di Sampaoli per ridimensionare da subito le speranze azzurre: due gol nella ripresa tra il 75′ e l'85' di Banega e Lanzini piegano un'Italia a lunghi tratti imbarazzante, messa in campo nel migliore dei modi ma demotivata, senza stimoli né personalità. E un buon secondo tempo non fa certo dimenticare più di un'ora inconcludente che ha confermato come il riscatto sia ancora molto lontano.

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Delusione Italia, il riscatto dov'è?

Delusione cocente per la nuova Italia al debutto nel post mancata qualificazione mondiale. Contro l'Argentina B è andata in scena una amichevole squallida, giocata malissimo dagli Azzurri di Di Biagio che hanno scosso un po' gli animi un paio di volte grazie ad Insigne nella ripresa. Prima e dopo, il vuoto. Quasi totale. Se è questa la premessa, serve trovare un ct il prima possibile che si dedichi anima e corpo alla causa perché lasciare un interregno in questo stato è semplicemente deleterio.

Zero tiri in 50 minuti

Basti un dato. Il primo tiro in porta da parte dell'Italia arriva dopo quasi un'ora. Per tutto il primo tempo non c'è stato un pallone calciato nella porta argentina: zero in 45 minuti. Con in campo l'ex trio delle meraviglie Insigne-Immobile-Verratti, coadiuvati dai vari Jorginho e Chiesa, in un assetto che sarebbe dovuto apparire offensivo e per nulla intimorito dall'avversario.

Il fantasma della Svezia

Ma l'Italia più che contro una Argentina per gran parte in campo con le seconde scelte, ha dovuto combattere con i propri fantasmi che portano ancora i colori giallo e blu, quelli della Svezia che ha escluso la nostra nazionale da Russia 2018. Evidentemente, il gruppo non ha metabolizzato lo schiaffo e le scelte di Di Biagio non hanno permesso di inserire in campo giocatori in grado di pensare al presente e al futuro, cancellando il passato.

Sampaoli con le riserve

Ne è nata una gara a senso unico con la nazionale di Sampaoli che – con Aguero, Messi, Mascherano e Banega in panchina (tutti con un psoto sicuro per Russia 2018) – ha fatto il bello e cattivo tempo nel primo tempo, sfiorando ripetutamente un meritato vantaggio, per poi calare leggermente nella ripresa dove il match è stato più equilibrato. Ma di certo la sensazione avuta è stata quella di una Nazionale (italiana) che ha confermato tutti i motivi per cui è stata esclusa dal Mondiale.

Di Biagio cambia, l'Argentina segna

Di Biagio ha avuto poco tempo, ma il gruppo ancora non c'è. Solamente una reazione nervosa a inizio di ripresa ha fatto intravvedere le potenzialità di una squadra che non ha aggregante. Tutti bravi e composti nei propri compiti ma nessuno che sia andato mai al di là del semplice compitino assegnato. Nemmeno riuscendo a reagire di nervi all'uno-due nel finale di Banega e Lanzini. Un po' poco per credere che si sia già sulla strada giusta della guarigione: da lavorare ce ne è e molto. Grazie al cielo il tempo non manca.

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