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L’Alta Corte boccia il ricorso del Parma, Torino in Europa League. Ghirardi: “Vergogna, me ne vado”

Un debito di 300mila euro con l’Irpef costa l’Europa League al Parma. Ghirardi: “Il club è in vendita, me ne vado da vincitore. Vergognatevi”.
A cura di Alessio Morra
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"Il 100% del Parma è ufficialmente in vendita. Me ne vado da vincitore e voi tutti vergognatevi". E' con queste parole, piene di rabbia e sconforto, che il presidente Ghirardi replica alla sentenza dell'Alta Corte del Coni che ha bocciato il ricordo dei ducali verso l'esclusione dalla prossima Europa League per mancata concessione della Licenza Uefa. Licenza negata per irregolarità contabili (un debito di 300 mila euro con l'Irpef) che il numero uno gialloblù spiega così in conferenza stampa: "La sanzione al Parma è stata data per un errore dello 0,60% rispetto alle cifre dovute. Per questo ho perso quanto guadagnato sul campo, quello di una squadra di provincia che si è risollevata dopo il più grande crack europeo. Non siamo rispettati perché troppo civili e corretti, da un mondo di chi si spara, fa confusione, chi urla, chi tira le bombe carta. Noi stiamo bene a casa nostra. Siete riusciti a farmi andare via dal mondo dello sport e a farmi abbandonare la mia più grande passione, con il calcio e lo sport ho chiuso, voi vergognatevi, io me ne torno al mio paesello".

La decisione. L’Alta Corte del Coni ha respinto il ricorso del Parma. La società emiliana dunque non potrà prendere parte all’Europa League 2014/2015 per via di un vecchio debito di 300 mila euro con l’Irpef. Al posto della squadra del presidente Ghirardi in Europa League giocherà il Torino, che aveva visto svanire in modo incredibile la qualificazione europea – Cerci a Firenze aveva sbagliato il rigore della vittoria al 93’. La società del presidente Cairo tornerà a calcare palcoscenici europei dopo esattamente vent’anni. Il Parma non si arrende e presenterà ricorso al Tas di Losanna, ultimo grado di giudizio europeo. Ma le speranze sono residue. Perché gli svizzeri un anno fa bocciarono il ricorso del Malaga, escluso dall’Europa League per un motivo molto simile a quello degli emiliani. Al posto del Malaga in Europa League finì il Siviglia che poi ha vinto il trofeo.

Ieri il presidente Ghirardi con una accorata arringa aveva difeso se stesso e il Parma, ma l’Alta Corte presieduta dall’ex ministro Frattini ha respinto il ricorso perché “l’elargizione di somme a dieci calciatori nei mesi di ottobre e novembre 2013 non ha carattere di anticipo retributivo, ma di mera anticipazione finanziaria (prestito per necessità) e per questo sarebbe stato violato il parametro richiesto dalla Uefa”; e quindi giustamente la Federazione Italiana Giuoco Calcio non ha concesso la licenza Uefa al Parma.

Il Torino dunque a tavolino ritrova la qualificazione europea. Il presidente Cairo, che difficilmente riuscirà a trattenere Cerci e Immobile, di sicuro proverà a rafforzare la squadra di Ventura, che alla soglia dei sessantacinque anni farà il suo esordio europeo, i granata giocheranno il primo match a fine luglio. Grande delusione in casa Parma. Perché difficilmente gli emiliani nella prossima stagione riusciranno a ripetere una stagione così bella. La squadra di Donadoni tra novembre e marzo non ha mai perso, ed ha infilato una serie di diciassette risultati utili consecutivi.

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