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L’agente di Giovinco: “Nel gennaio 2016 ha rifiutato il Barcellona”

Al giocatore del Toronto, in queste ore avvicinato da emissari cinesi, era stato offerta l’occasione di giocare con Messi, Neymar e Suarez. Una chance che, secondo il procuratore, non è stata presa in considerazione dall’attaccante.
A cura di Alberto Pucci
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E' il sogno di molti giocatori: indossare la maglia di una grande squadra come il Barcellona e scendere in campo in uno stadio mitico come il "Camp Nou". Per pochi eletti il sogno si è materializzato, per altri è rimasta solo un'utopia. Sebastian Giovinco, invece, ci è andato vicino. A rivelare il clamoroso retroscena di mercato è stato Andrea D'Amico: il procuratore della "formica atomica". Intervenuto in un programma di Mediaset Premium, l'agente ha parlato di quando i blaugrana lo hanno contattato per trattare il suo assistito e portarlo in Spagna: "Nel gennaio del 2016 la dirigenza del Barcellona è venuta a Milano con l’intenzione di prendere Sebastian in prestito, ma lui ha rifiutato – ha spiegato D'Amico – Anche il Toronto, comunque, non l’avrebbe lasciato andare".

Dalla Spagna alla Cina

Chiusa la porta del Barcellona, per Sebastian Giovinco potrebbe invece aprirsi il portone della Chinese Super League. Nelle ultime ore, infatti, alcuni emissari cinesi avrebbero fatto arrivare all'entourage dell'attaccante del Toronto le loro offerte per lasciare la Major League Soccer e scendere in campo in Cina. Sotto contratto fino al 2020 con la società canadese, che gli elargisce un'ingaggio da paura (6 milioni di euro netti a stagione più bonus, premi e diritti d'immagine), Giovinco è ancora ad un bivio importante della sua carriera dopo quello già incontrato nel gennaio 2015 quando lasciò l'Italia per il Canada. Lo stesso procuratore dell'ex giocatore della Juventus ha confermato i "rumors" orientali: "La Cina? Due società hanno mostrato interesse, ma bisogna parlare con il Toronto – ha concluso il procuratore nell'intervista rilasciata a Premium – Davanti a certe cifre, comunque, sarebbe molto dura dire di no".

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