Kolo Touré: “Correvo da mio fratello malato di leucemia”. Il giudice lo ‘grazia’

Kolo Touré era stato ‘pizzicato' un paio di volte a scorrazzare a bordo della propria auto nei pressi di Liverpool. Due contravvenzioni per eccesso di velocità nel giro di una settimana erano state considerate eccessive da parte dei magistrati che avevano imputato al difensore ivoriano – fratello di Yaya che gioca nel Manchester City – d'aver pigiato un po' troppo il piede sull'acceleratore: la prima volta viaggiava a 57 miglia (poco meno di 100 km/h) in una zona dove il limite era di 40 (60 Km/h), la seconda a 72 mph (115 km/h) laddove non era lecito procedere oltre i 50 (80 km/h).
Inflessibili, agli agenti poco importava di trovarsi di fronte al calciatore dei reds, finito sul banco degli imputati perché poco disciplinato al volante. Condanna certa, gli avrebbero sottratto la patente per qualche tempo eppure Touré è riuscito a cavarsela grazie alla strategia difensiva adottata dai suoi avvocati. Come sono riusciti a perorare la causa del loro assistito e, al tempo stesso, essere così convincenti? Ne dà notizia il Daily Mail che racconta l'arringa di Lisa Wilson, il legale che ha difeso il giocatore dinanzi alla Warrington Crown Court: in sostanza, essendo un personaggio pubblico, molto noto e facilmente riconoscibile, considerata anche la prossima scadenza contrattuale, il 34enne centrale della Costa d'Avorio avrebbe messo a repentaglio la propria incolumità se avesse viaggiato a bordo di mezzi pubblici (treni oppure autobus) spesso affollati… Col rischio che la ressa dei curiosi e dei tifosi potesse arrecargli danno. "Qualcuno potrebbe anche spingerlo sotto un treno o spintonarlo dinanzi al pullman", ha ammesso in tribunale l'avvocato.
A parziale giustificazione di quegli episodi trascinatisi in giudizio adesso, ma avvenuti tra aprile e maggio dell'anno scorso, Touré ha anche addotto una circostanza poco felice per la sua famiglia: era intento a correre in ospedale al capezzale di suo fratello Ibrahim morto poco dopo perché gravemente malato di leucemia. La tesi difensiva è stata accolta e il calciatore se l'è cavata con una multa di circa mille sterline (990, 1366 in euro) tra sanzione e spese processuali e otto punti sottratti dalla patente.