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Kluivert, da erede di Van Basten al sogno Mondiale con Curaçao

Che fine hanno fatto… A 18 anni Kluivert decise la finale di Champions tra Ajax e Milan. Sembrava il nuovo Van Basten, la sua carriera è stata buona, ma non eccelsa. Dopo aver smesso di giocare è stato il vice di Van Gaal con l’Olanda e adesso spera di portare Curaçao a Russia 2018.
A cura di Alessio Morra
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Patrick Kluivert nella sua vita ha sempre bruciato le tappe. Fresco diciottenne con sulle spalle la pesantissima maglia numero 9 dell’Ajax decise la finale di Champions League del 1995, in cui Van Gaal batté il Milan di Capello. Il paragone con Van Basten fu immediato e il Milan sperando in un gustoso revival puntò su di lui, ma la scommessa fu persa. L’olandese continuò la sua carriera a grandi livelli con il Barcellona con cui segnò tanto, ma vinse pochissimo. Poi per Kluivert ci sono tante squadre prima dell’addio al calcio a soli trentadue anni. Rapidamente lui passa dal campo alla panchina. Inizia con Van Gaal poi va in Australia, torna con il suo maestro nella nazionale olandese, culla il sogno Mondiale – che per gli oranje è un tabù. Adesso, mentre vede crescere suo figlio che pare già fortissimo, insegue una storica qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 con la nazionale del Curaçao, con cui ha già superato le prime due fasi delle qualificazioni centroamericane.

La Champions con l'Ajax – Quando ha diciotto anni diventa titolare nell’Ajax, in panchina c’è Louis Van Gaal che gli dà grande fiducia e avendo idee innovative capisce prima degli altri che il calcio sta cambiando. Con un gioco all’olandese ancora più moderno e con tanti giovani in campo i ‘lancieri’ tornano a vincere la Champions League. Kluivert segna il gol decisivo nella finale di Vienna con il Milan di Capello. I paragoni illustri con Crujff e Van Basten si sprecano. L’Ajax quell’anno vince anche il campionato, la Supercoppa Europea e l’Intercontinentale. Ma la vita non è solo rose e fiori per il giovane Patrick, condannato per omicidio colposo a 240 ore di servizi sociali. Dopo aver chiuso il ciclo Van Gaal, Kluivert arriva in Italia.

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Milan e Barcellona – Il Milan deve risollevarsi dopo un’annata negativa – 11° posto, cambio di allenatore e un paio di sconfitte pesantissime impossibili da cancellare dalla memoria. Anche con Capello le cose vanno malissimo. Kluivert realizza appena sei gol e viene ceduto al Barcellona, dove lo attende Van Gaal. Nelle sei annate catalane segna molto, ma non vince quasi nulla. La sua carriera continua in Inghilterra (Newcastle), poi ritorna in Spagna (Valencia) e Olanda (PSV) prima di chiudere in Francia, con il Lille.

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L'Olanda – Chiusa la carriera da calciatore Kluivert decide di svolgere il corso da allenatore, poi entra a far parte dello staff di Van Gaal all’AZ. Per non farsi mancare nulla va a lavorare in Australia, è il vice del Brisbane. Van Gaal crede ciecamente in lui e se lo porta come secondo (insieme a Blind) in Nazionale. L’Olanda targata LVG arriva fino alle semifinali, dove viene sconfitta ai rigori dall’Argentina. Kluivert sicuramente nei giorni precedenti e successivi a quella sfida avrà pensato all’incredibile semifinale di Francia ’98 in cui la sua Olanda dominò con il Brasile di Ronaldo, Kluivert riuscì a segnare, ma ai rigori un super Taffarel produsse l’ennesima delusione mondiale per gli ‘Oranje’.

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Oggi Patrick sogna i Mondiali con Curaçao – I Mondiali sono il chiodo fisso di Kluivert che da pochi mesi è diventato l’allenatore della nazionale del Curaçao, che solo dal 2011 è affiliata alla Concacaf. Nonostante sia fuori dalle prime centocinquanta nel Ranking Fifa la squadra di Kluivert è riuscita a superare già due turni di Qualificazione ai Mondiali 2018. Prima è stato sconfitta la nazionale di Montserat, poi Curaçao ha superato contro pronostico l’ostica Cuba. Kluivert dal prossimo autunno sarà impegnato nella terza fase, per arrivare a Russia 2018 deve superare tre fasi a girone. Non sarà facile qualificarsi, ma per Kluivert questa è una grande sfida che parte molto da lontano perché Curaçao è la terra d’origine della madre. In attesa di capire se riuscirà a portare Curaçao al cospetto di grandi nazionali l’olandese segue per ora da lontano il figlio, che seppur ancora piccolissimo ha dimostrato di avere delle qualità eccezionali. Prima o dopo un Kluivert ai Mondiali ci sarà di nuovo.

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