Kessie sull’attenti e Bonucci. Le storie che si nascondono dietro alcune esultanze
Li abbiamo visti segnare, correre e soprattutto esultare dopo un gol con gesti, mimiche facciali o anche slogan sotto la maglietta che lasciano sempre un messaggio nascosto. Ecco svelato il motivo di alcune delle 5 esultanze più strane del nostro campionato italiano.
La strana esultanza del forte difensore
L’abbiamo visto andare in gol più volte con la maglia della sua Juventus, la squadra che lo ha fatto consacrare definitivamente nel mondo del calcio il quale lo considera ad oggi uno dei migliori difensori al mondo. Stiamo parlando di Leonardo Bonucci, classe 1987, spesso in gol con i bianconeri, ha un modo tutto suo di esultare. Al primo anno di Juventus infatti, fece una scommessa con gli amici in cui se avesse fatto 5 gol in un anno e lui avrebbe esultato nella maniera in cui tutti conosciamo, loro si sarebbero rasati tutti i capelli. Da lì è nato questo gioco che per Bonucci fa capire a tanti che quando si parla della Juventus si devono sciacquare la bocca.
La linguaccia di un ex juventino… il capitano
Quando per la prima volta Alessandro Del Piero mostrò la linguaccia alle telecamere dopo un gol segnato al “Meazza” contro l’Inter, non aveva molto significato. Lo ebbe, e cominciarono a capirlo tutti, quando dopo quel gol, mise in fila tante prestazioni degne del suo nome. Tempo fa in molti lo davano come un giocatore finito, soprattutto in un periodo contrassegnato, anni prima, dalla morte del padre, suo grande punto di riferimento nella sua vita calcistica e si dice che Alex abbia fatto per la prima volta il gesto della lingua per tirar fuori tutto quello che aveva dentro, e per urlare al mondo intero che lui non era un giocatore finito.
Esultanza a dir poco toccante per il giovane atalantino
E’ il punto di riferimento del centrocampo dell’Atalanta. Frank Kessie, sta facendo ammattire i grandi club italiani, soprattutto la Juventus che lo vorrebbe in rosa già da gennaio. Grinta e gol festeggiati con un gesto che solo adesso abbiamo capito. “Lo faccio per mio papà – ha detto in un’intervista – che è morto quando avevo appena undici anni – ha spiegato Kessie -. Era un calciatore di serie A in Costa d’Avorio, poi è diventato un militare anche se non è mai andato in guerra. Quando segno mi metto sull’attenti per lui, per salutarlo e rendergli omaggio”.
Da Dybala a Pogba, l’arte della “Dab-Dance”
Lo scorso anno, Paul Pogba, ancora alla Juventus, festeggiò per la prima volta un gol al Carpi, esultando in un modo del tutto particolare. Danzò facendo dei movimenti strani quasi come se si volesse odorare i bicipiti. In realtà, stava mimando i gesti della danza del Dab tipica della cultura Hip Hop che nasce ad Atlanta, in Georgia. Questa è stata utilizzata come esultanza anche da giocatori come LeBron James e da diversi sportivi del Football americano dopo un touch down. La Dab Dance, dopo averla trasmessa anche al compagno di squadra Paulo Dybala, va adesso in scena nella sua “nuova” avventura al Manchester United di Mourinho dove ha già conquistato tutti. Già dopo i gol nell’europeo francese esultò in questo modo.
Dal Chievo all’Udinese stessa furia
Cyril Thereau, ad oggi attaccante dell’Udinese e protagonista dell’ultima vittoria della sua squadra contro la Sampdoria, ha sempre avuto un modo di esultare molto particolare. Un’esultanza nata per gioco, con gli amici alla ricerca di un modo per festeggiare i suoi gol. A lui inizialmente piaceva tantissimo il gesto di Toni, ma voleva trovare una cosa tutta sua, libero ( come si è sempre definito) di non copiare nessuno. Allora in vacanza proprio con gli amici si inventarono questo gesto, che poi all’inizio era un po’ diverso, cioè con le mani dritte per poi ridimensionarlo nel modo che tutti conosciamo. Un altro segno distintivo di un calciatore spesso troppo sottovalutato.