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Juventus, Tevez: “Sono cresciuto tra omicidi e droga”

L’argentino racconta in un’intervista i difficili anni giovanili nella periferia di Buenos Aires.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Carlos Tevez si racconta: l'Apache, oggi beniamino della Juventus con il Borussia Dortmund nel mirino e la qualificazione ai quarti di finale della UEFA Champions League dietro l'angolo, non dimentica il suo passato difficile nelle periferie di Buenos Aires, nel quartiere di Fuerte Apache dal quale ha poi preso il soprannome. Ne è passato di tempo da allora: era il 2004 quando lasciò l'Argentina per approdare al Corinthians, in Brasile. Un anno dopo, l'approdo in Inghilterra, con la maglia del West Ham. Quindi, la città di Manchester: con la maglia dello United prima e quella del City dopo, per poi approdare nell'estate 2013 alla Juventus.

Oltre dieci anni, dunque, quelli che separano Carlos Tevez dalle sua carriera in Argentina, nelle fila del Boca Juniors, squadra nella quale vuol chiudere la carriera. Ma anche a distanza di tanto tempo, il ricordo degli anni difficili quando era solo un ragazzino nelle strade di Buenos Aires non si è affievolito. "Difficile far capire alla gente cosa significhi vivere a Fuerte Apache se non hanno vissuto quello che ho vissuto io e spiegare loro cosa mi abbia insegnato la strada", spiega Tevez intervistato da FIFA.com, "La mia infanzia è stata difficile, ho vissuto in un posto dove la droga e gli omicidi facevano parte della vita comune. Vivere in quel modo ti fa crescere in fretta e ti mette nelle condizioni di scegliere da solo la tua squadra. Io l'ho fatto, ma non so se essere cresciuto in un ambiente come quello mi abbia fatto diventare un calciatore più battagliero", ha poi aggiunto, "ho sempre giocato a modo mio. Dobbiamo però dimostrare alla gente che ci sono anche bravi ragazzi a Fuerte Apache e nella Ciudad Oculta, così come in tutte le città argentine. Io ne sono venuto fuori e come me anche altri. Non è facile ma ognuno ha il proprio destino nelle sue mani".

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