Le mosse di Allegri e Spalletti, Juve-Roma in 5 spunti tattici
La sfida dei mondi. Tra campo e panchina, Juve-Roma racconta di giocatori che arrivano da una ventina di Paesi e tre continenti. È il meglio che il calcio italiano possa oggi offrire. I campioni e gli sfidanti più accreditati. La prima e la terza migliori difese del campionato, i due attacchi più prolifici. Juve-Roma sarà soprattutto una grande sfida di bomber.
Attacco
Higuain e Dzeko mettono insieme 450 gol in carriera in due. Dzeko, cannoniere principe della Serie A, ha segnato di più (12 a 9), ma Higuain è più preciso sottoporta: 19 tiri nello specchio su 35 (54%) e ha una percentuale realizzativa del 26%. Il bosniaco, che pure ha giocato 263′ in più, si ferma al 17% ma ha creato il doppio delle occasioni da gol (19 a 8). Il bosniaco fa un enorme lavoro per la squadra: lo dimostrano i 4.1 contrasti aerei vinti a partita (primato di squadra) e le quasi due punizioni procurate ogni 90′. Con 4.9 tiri di media, è il più pericoloso in Serie A. E' la punta di diamante di una squadra che tenta 17.6 conclusioni a partita, la terza media più elevata del campionato (di cui 6.2 nello specchio della porta).
La solidità della Juve si traduce nei 16.6 tiri di media a partita (10 dall'interno dell'area, 6.6 da fuori), che ne fanno la nona squadra più pericolosa nel Big 5. Merito soprattutto della Joya Dybala, attaccante universale in grado di cambiare le partite, che effettua più conclusioni in media (3.3) di ogni altro compagno di squadra. Solo Higuain, tra i compagni, supera le 3 conclusioni di media ogni 90′. A entrambi, Allegri chiede di aprire spazi fra le linee, di dettare passaggi e creare profondità. Higuain sta intensificando il suo coinvolgimento da attaccante di raccordo al fianco di Mandzukic che lavora per la squadra attraverso sponde (vince 2.1 duelli aerei a partita, primato di squadra) e supporto sulle fasce. Ma è la Joya il vero jolly di Allegri. In 19′ più 4′ di recupero contro il Torino, Dybala ha giocato 14 palloni e cambiato la partita: ha distribuito 10 passaggi su 10 e mandato tre volte un compagno al tiro (3 key pass sui 13 totali di squadra). Numeri da leader.
I cervelli
Allegri vorrebbe cucire addosso alla Juve un vestito più elegante; Spalletti, al contrario, vuole una Roma capace di vincere anche giocando male. Entrambi hanno riscoperto un trequartista moderno. L'ex Pjanic, in una Juve che gioca col centrocampo a rombo o il 3-4-1-2; Nainggolan nella nuova Roma spallettiana (un po' come Perrotta nella sua prima era giallorossa). Pjanic, miglior assistman della Juventus, chiaramente dà il meglio nelle fasi di possesso, e soffre in po' nelle occasioni in cui serve una copertura più statica. Gioca meno volentieri verso l'esterno, cerca di ricevere palla nella fascia centrale o al massimo nei semi-spazi per moltiplicare le possibili linee di passaggio in uscita. La posizione più avanzata e l'evoluzione delle caratteristiche di gioco hanno fatto scendere i dribbling tentati di media a partita dai 4.7 del 2012-13 agli 1.6 dell’ultima stagione a Roma agli 0.6 attuali alla Juventus.
Pjanic riesce così anche meglio a integrarsi con i movimenti di Dybala, a condividere con la Joya l'onere della costruzione del gioco e catalizzare così la squadra avversaria da quella parte svuotando il campo per gli inserimenti della mezzala destra, spesso Khedira. Il bosniaco, comunque, ha numeri migliori del tedesco: più palle recuperate (62 a 50), più contrasti vinti (78% a 73%), più lanci positivi (40 a 19), più occasioni create (34 a 15) e più gol segnati (5 a 3), a fronte di oltre 100′ in meno in campo (927 a 1.053).
Nainggolan è senza dubbio il cuore del centrocampo giallorosso: 91 palle recuperate, 92% di contrasti vinti, 21 occasioni create, 21 titi totali e 3 gol. Il belga, ha scritto il coach e match analyst Francesco Farioli sul suo blog, “ha la capacità di sentirsi “terzo uomo”, cioè di percepire lo spazio in funzione di se stesso e dei propri compagni. Quando recupera la palla è abile a trovare un passaggio di scarico verso un giocatore che possa avere una giocata facile. Ogni suo movimento (è) funzionale a quello di un compagno. Il suo modo di giocare e di occupare lo spazio in zona centrale gli consente di essere spesso decisivo con passaggi filtranti o con conclusioni dal limite dell’area”. Cruciale anche il suo contributo nelle transizioni negative, nel portare il pressing alto e consentire il recupero del pallone fra le linee.
Costruzione
La distribuzione del gioco passa soprattutto per De Rossi, che tocca più palloni di tutti (54 passaggi di media a partita) e Strootman che affronterà la Juve per la terza volta da quando indossa la maglia della Roma. L'olandese, rispetto al passato, contribuisce maggiormente alla fase offensiva (670 passaggi positivi, 15 occasioni create e 2 gol segnati con soli 7 tiri tentati), ma rimane leader di squadra per contrasti (2.6 di media) e quinto per palloni intercettati (2 in media a partita). Spalletti, infatti gli chiede di coprire lo spazio lasciato libero dal terzino che spinge.
La Juve, al contrario, tende ad attaccare attraverso il fraseggio, 410 passaggi corti di media a partita (la terza in A dopo Napoli e Fiorentina). Allegri chiede la partecipazione di tutta la squadra alla fase di costruzione del gioco. Non deve stupire la presenza di quattro difensori (Barzagli, Bonucci, Chiellini e Rugani) fra i sei giocatori nella rosa che superano i 50 passaggi ogni 90 minuti. La Juventus, dunque, si muove come un blocco unico e coeso, con e senza palla. E i numeri certificano una superiorità che si traduce in una classifica da prima della classe in campionato e nel girone di Champions.
Le fasce
La squadra di Allegri cerca con insistenza di sfruttare tutta l'ampiezza del campo, soprattutto a destra, territorio di Dani Alves (66 passaggi a partita nelle sue 8 presenze in stagione) prima dell'infortunio e ora di Cuadrado, da cui maturano 4 azioni d'attacco su 10 in campionato. Il colombiano ha preso 3.8 punizioni a partita con 1.5 dribbling riusciti, seconda media più elevata di squadra, insieme a Alex Sandro, il più presente in stagione. Con Cuadrado o Lichtsteiner, che si muovono in maniera più disciplinata e canonica lungo tuta la fascia, devono cambiare anche i movimenti della mezzala da quel lato (Khedira) che si trova a dover accompagnare diversamente nel corridoio interno e creare un possibile triangolo con Dybala.
L'ampiezza è fondamentale anche per Spalletti. La Roma porta solo il 28% delle azioni d'attacco per vie centrali e sfrutta equamente le due corsie, con una insistita ricerca della verticalità che fa stazionare il pallone per il 30% del tempo nella trequarti avversaria. Spiccano i 3 passaggi chiave (che mandano un compagno al tiro) a partita di Salah e i due di Perotti. L'egiziano, che spera in un recupero lampo, ha segnato l'inizio stagione giallorosso con 8 gol, 4 assist e 44 occasioni create. L’argentino è un fondamentale collante del gioco (31 falli subiti, 27 occasioni create e 287 passaggi riusciti), è il leader di squadra per numero di dribbling (2.1 a partita) e guadagna 2.4 punizioni ogni 90 minuti. Ma ha tirato in porta solo 15 volte e segnato solo su rigore.
La difesa
Il vulnus della Roma, però, rimane una difesa che concede 13 tiri di media a partita, quasi il doppio degli 8 della Juve capolista, nonostante il primato in Serie A per contrasti (18) e intercetti (17). Non a caso Buffon (che ha saltato due partite e mezza) ha subito 78 tiri e ha dovuto effettuare solo 20 parate; Szczesny (1.440 minuti su 1.440) ha incassato 153 tiri e di parate ne ha compiute 56. I bianconeri si presenta alla sfida contro la Roma con la decima miglior media di reti subite a partita nel Big 5, i cinque principali campionati europei (0.88). A guardare i numeri, però, i bianconeri sono solo sedicesimi in Serie A per contrasti a partita (23.3) e dodicesimi per palloni intercettati (14.8). Tuttavia, i dribbling riusciti contro i bianconeri non toccano i 7 a partita: è il dato più basso in Serie A, insieme al Napoli. Contro la Roma, di sicuro Bonucci sarà mentre Barzagli potrebbe accomodarsi in panchina: non è escluso, dunque, il ritorno al 4-3-1-2.
Nelle ultime due partite, invece, anche grazie al recupero di Rudiger, Spalletti ha costruito una formazione flessibile, con una difesa a 4 in fase di non possesso che diventa a 3 in possesso (Manolas centrale Rudiger sul centro-destra; Fazio sul centro-sinistra). Pesano, però, più dei 3 contrasti di media a partita di Fazio, i 15 falli in 496 minuti fischiati a Rudiger. Occasioni che potrebbero decidere la sfida dei mondi. Una sfida di geometrie e di dettagli che fanno la differenza.