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Juventus-Roma, clima da Premier: agonismo, gol e spettacolo

Lo show dello “Stadium” ha esaltato le due filosofie di gioco di Massimiliano Allegri e Rudi Garcia: due moduli che, in Italia, non hanno rivali. Uno spettacolo, però, macchiato dal troppo nervosismo in campo.
A cura di Alberto Pucci
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Anche la Serie A, come il campionato inglese, ha offerto in questo weekend il suo spettacolo migliore. Dopo Chelsea-Arsenal, Juventus-Roma ha tenuto incollati davanti ai teleschermi migliaia di telespettatori, proponendo la sfida al vertice tra i bianconeri di Massimiliano Allegri e i giallorossi di Rudi Garcia: novanta minuti adrenalinici, come quelli giocati nel pomeriggio dai due squadroni di Mourinho e Wenger. Sotto agli occhi dell'inventore del noioso "tiki-taka" spagnolo (Guardiola era, infatti, in tribuna), le due regine del nostro calcio hanno dato vita ad una gara intensa e vibrante. Due squadre che hanno messo in mostra due differenti "visioni" di gioco: il 3-5-2 di Allegri, ereditato dall'ex Antonio Conte, ed il 4-3-3 di Rudi Garcia. Due moduli che, da sempre, hanno in comune soltanto il ritmo con i quali vengono interpretati: una velocità di gioco (e di pensiero) che non ha eguali nel nostro campionato. Aggressività che, purtroppo, nei 90 minuti di Torino è spesso sfociata in contrasti durissimi e indegne gazzarre delle quali, ovviamente, ne avremmo fatto volentieri a meno.

Il valore aggiunto di Max – Se è vero che il gioco della vecchia signora è figlio della gestione precedente, è altrettanto vero che Massimiliano Allegri ha "modellato" a sua somiglianza il modulo bianconero. La Juventus ha si mantenuto la stessa organizzazione tattica ma, da quando c'è il tecnico livornese, propone un possesso di palla più ricercato e delle verticalizzazioni centrali che, nella scorsa stagione, si vedevano meno spesso. Anche contro la Roma, nonostante la troppa tensione, i campioni d'Italia hanno cercato di mettere in pratica gli "input" del loro nuovo comandante. Con il rientro di Pirlo, Allegri ha ritrovato il suo playmaker che, sin dall'arrivo del nuovo allenatore, ha più soluzioni di "lancio". Asamoah e Lichsteiner rimangono fondamentali nell'economia bianconera, ma è al centro che Allegri preferisce sfondare dove i tempi degli inserimenti dei vari Marchisio e Pogba (protagonista di un duello fantastico, in mezzo al campo, con Nainggolan) sono quasi sempre perfetti. Oltre al lancio in verticale, per l'inserimento dei centrocampisti, la nuova Juventus di Allegri continua a prediligere i "dai e vai" stretti, sempre in zone centrali: soluzioni che, fino ad oggi, hanno esaltato le doti di Carlitos Tevez. Il tecnico bianconero ha dato carta bianca all'Apache che, rispetto a prima, pare più libero di girare per il campo. L'argentino, oltre ad aver trascinato i suoi a suon di gol, continua a dare pochissimi punti di riferimento agli avversari e a lasciare il compito del lavoro sporco (in area avversaria) al solo Fernando Llorente. Il suo partire da dietro ha, spesso, prodotto occasioni in serie, grazie alle combinazioni con i vari Vidal e Pogba. Il gol di Milano, contro i rossoneri, è il perfetto esempio di cosa vuole Allegri dai suoi giocatori.

Rudi Garcia, l'estremista del 4-3-3 – Sostenitore di uno dei moduli tattici più spettacolari, l'ex tecnico del Lilla dei miracoli, dopo aver "disegnato" calcio a Manchester, aveva in mente di sorprendere anche il tempio di Torino. La sconfitta e l'espulsione hanno, però, rovinato il pomeriggio del francese che era sceso in campo allo "Stadium" con gli interpreti migliori per il suo modulo. Il gioco di Rudi Garcia, al contrario di quello del suo avversario, si è sviluppato prevalentemente sulle fasce dove, la Roma, può vantare due giocatori ideali per il modulo adottato dall'allenatore di Nemours. Le progressioni sulle fasce ed il fraseggio in mezzo al campo, abilmente comandato da Pjanic e dallo stesso Totti, sono il punto di riferimento dell'intera manovra romanista. Gervinho e Iturbe, anche nel pomeriggio piemontese, hanno spesso messo in difficoltà i tre difensori bianconeri. Dietro di loro Holebas e, soprattutto, Maicon hanno garantito sovrapposizioni veloci e alternative d'attacco che hanno visto in Pjanic, Nainggolan e Totti (il miglior "falso nueve" in circolazione) i finalizzatori di una manovra che fa, da sempre, della velocità la sua arma migliore. A rendere ancora più luccicante la macchina giallorossa, i giocatori scelti dal tecnico francese nella campagna acquisti estiva. Rudi Garcia, già dai tempi del Lilla, è infatti tra i migliori tecnici in circolazione nel saper trovare e valorizzare vecchi e nuovi campioni. Con l'arrivo di Manolas, Iturbe, Yanga Mbiwa, Holebas e Keita, la Roma ha cambiato volto e quasi colmato il "gap" con i campioni d'Italia che, ad oggi, rimangono ancora la squadra più forte del nostro campionato.

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