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Juventus, Marotta: “Lotito? Troppo potere, sembra di stare nel Medioevo”

Il dirigente juventino torna sul “caso” Lotito che, in settimana, ha scosso il mondo del calcio italiano. Le parole dell’ad bianconero, rischiano così di riaprire una vecchia “questione” mai del tutto risolta.
A cura di Alberto Pucci
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Le ore passate dopo la conversazione telefonica tra Lotito e Iodice, non sono servite per riportare un po' di serenità tra i dirigenti di Serie A e B. Le esternazioni del presidente della Lazio, e le sue successive dichiarazioni in Lega Calcio, hanno inevitabilmente buttato benzina sul fuoco delle polemiche, innescando una pioggia di reazioni (quasi tutte stizzite). Dalla risposta dei club interessati a quella di altri protagonisti del nostro calcio, tutti hanno commentato le parole del vulcanico numero uno biancoceleste. A margine della sfida del "Manuzzi", tra Cesena e Juventus, anche Beppe Marotta ha voluto dire la sua sulla clamorosa telefonata tra Lotito ed il direttore generale dell'Ischia: "Mi sembra di essere tornato nel Medioevo, quando c'era il feudalesimo – ha attaccato Marotta, ai microfoni di Sky – Fuori dall'Italia sorridono di noi. Nel nostro calcio il rispetto delle persone non esiste più, è una cosa  inquietante. E' ora che il Governo intervenga". Dopo lo screzio dello scorso settembre, quando Lotito diede fiato alla bocca con una dichiarazione davvero indegna nei confronti del collega juventino ("Il problema con Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l'altro mette i punti"), questo nuovo "duello" rischia di riaprire il vecchio contenzioso tra i due.

Marotta attacca, Galliani difende – Il dirigente del club piemontese, nell'intervista televisiva, ha poi precisato quello che è da sempre il parere della società campione d'Italia: "Il nostro presidente ha già definito inadeguati gli attuali vertici federali – spiega Marotta – Non siamo d'accordo sul modo di gestire il sistema, sembra essere tornati nel Medioevo. Affermare che Beretta conta zero e dare del cretino ad Abodi, sono dichiarazioni molto gravi fatte da un consigliere federale. Siamo d'accordo per un progetto di riforma, ma non condividiamo chi lo sta portando avanti". E mentre da Torino e da Tavecchio arrivano bordate, da Milano giungono le carezze di Adriano Galliani che, interpellato sui fatti, ha tenuto a precisare che "sono e resto un amico di Claudio Lotito". Una presa di posizione che contribuisce a spaccare ancora di più il gruppo di  consiglieri della Lega Calcio e sottolinea, ancora una volta, la distanza di vedute tra Milan e Juventus: protagoniste, soltanto pochi giorni fa, di un'altra pagina davvero censurabile del nostro calcio. "Queste discussioni vanno contro i veri valori dello sport e chi rappresenta le istituzioni deve essere al di sopra delle parti  – ha chiuso l'intervento Marotta – Mi auguro che anche altri presidenti e colleghi, dicano la loro in merito a questo episodio".

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