Juventus, Marotta categorico: Buffon resta. Dzeko possibile
Un occhio sulla squadra, l'altro sempre vigile sul mercato. L'ex D.G. della Sampdoria, Giuseppe Marotta, ha intenzione di tenere le porte aperte a qualsiasi futura operazione del mercato d'entrata, dato che la squadra va migliorata per poter avere la possibilità di competere con le big del campionato.
Il direttore varesino, intervistato da Tuttosport, ha parlato delle voci riguardanti un possibile scambio tra Buffon e Macheda, con il Manchester United: «Smentisco qualsiasi trattativa con lo United. Buffon è un giocatore della Juventus». Categorico, quindi, il D.G. bianconero, che blinda il portierone della nazionale.
Si continua a parlare di calcio mercato, e del rinnovo di Chiellini con la Juventus, con la firma ormai vicina: «Siamo a un ottimo punto per Chiellini». Una battuta anche sul rinnovo di Del Piero: «Posso dire che Alex è un grande professionista e che la Juventus ha davanti tutto il tempo necessario per fare, in serenità, le valutazioni del caso». Si prospetta, quindi, ancora lunga vita in bianconero per il capitano.
Marotta si concentra anche sul caso Aquilani, attualmente in prestito gratuito, con la volontà forte della società di riscattare, in qualche modo, il centrocampista romano che ha ormai convinto tifoseria e dirigenza: «Siamo contenti del suo approccio a una nuova realtà, e vorrei ricordare che si tratta di un prestito gratuito…riscatto? Noi siamo sicuramente attenti a tutte le opzioni che il mercato calcistico propone».
Infine, solito pensiero "stupendo" ad Edin Džeko, da tempo immemore seguito dalla dirigenza bianconera: «Non è un sogno tramontato, solo rimandato, anche se il nostro attacco è vincente pure così». C'è ancora speranza, quindi, per i tifosi della Juventus, ma Marotta non intende sminuire il valore dell'attuale reparto offensivo, che con l'eventuale arrivo di Dzeko, vedrebbe perdere un protagonista: se verrà il bosniaco, chi verrà sacrificato? Del Piero, Iaquinta, Amauri o Quagliarella? Cinque attaccanti per due posti sono troppi.
Giuseppe Senese