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Juventus, Fabio Grosso allenatore della Primavera

L’ex eroe di Berlino 2006 alla guida della selezione giovanile dei bianconeri.
A cura di Maurizio De Santis
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Il cielo è azzurro sopra Berlino. Quei ricordi, anche adesso che ha appeso le scarpette al chiodo e fa l'allenatore della Primavera della Juventus, Fabio Grosso li porta ancora sotto pelle. Come fosse ieri. Il cielo è azzurro sopra Berlino e Grosso lo sfumò con il tricolore dell'Italia che vince il Mondiale del 2006. Suo il rigore decisivo che piegò la Francia in finale. Suo il rigore che regalò la Coppa all'Italia dopo 24 anni dal successo del Bernabeu contro i tedeschi. Suo il rigore che, allora come nel 1982 (altri tempi, altri scandali), spazzò via anche la vergogna d'essersi presentati in Germania da reprobi per quel pasticciaccio brutto di Calciopoli. Suo il rigore che lasciò a Zizou e ai ‘galletti' di Domenech la sindrome da ‘colpo di testa'. Undici metri per entrare nella storia, pure se sei terzino: Cabrini sbagliò dal dischetto e sfiorò lo psicodramma, lui l'ha buttata dentro divenendo eroe della patria.

Che fine ha fatto Grosso? Non era scomparso: Chieti, Teramo, Perugia, Palermo, Inter, Lione e poi l'avventura in bianconero che a 37 anni riparte, ma dall'altra parte della barricata. Dopo aver vissuto le ultime stagioni da calciatore, è rimasto in senso alla società bianconera cominciando la carriera di allenatore. Prima il corso a Coverciano poi l'affiancamento a Zanchetta al timone della Primavera. Adesso è subentrato al suo posto alla guida della selezione giovanile, ma il cielo sopra Torino (che fa rima con Berlino) è sempre più blu o azzurro. Questione di sfumature.

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