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Juventus: dopo il terremoto Conte, ecco chi può sedersi sulla panchina bianconera

L’addio del tecnico campione d’Italia, oltre ad aver gettato nello sconforto una tifoseria intera, ha lasciato vacante una delle panchine più prestigiose d’Europa. Con Mancini destinato alla Nazionale, Allegri pare in pole position per sostituire Conte.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo Prandelli, un altro "big" del nostro calcio lascia la sua panchina. Come per il tecnico azzurro, la notizia delle dimissioni di Antonio Conte ha lasciato tutti interdetti, dando il via al classico "toto allenatore" e alle molteplici supposizioni dei tifosi su colui che potrà sostituire l'allenatore che, nelle ultime tre stagioni, non ha avuto rivali in Italia. A contendersi la panchina tricolore della Juventus, ci sarebbero in pole position Massimiliano Allegri e Roberto Mancini con Luciano Spalletti a "ruota", pronto allo scatto finale davanti al traguardo. L'ex tecnico del Milan, rimasto a piedi dopo la conclusione del rapporto di lavoro con il Diavolo, pare riscuotere molte simpatie e preferenze in casa Juventus. E' atteso a Torino per il colloquio con la società. Tutto sembra portare a lui. Dovesse davvero arrivare l'ex allenatore rossonero, Marotta sarebbe costretto a rivedere alcune strategie. Con il modulo di Allegri (il 4-3-3), la dirigenza torinese sarebbe costretta a ripensare alla difesa e al centrocampo dove, il livornese, ritroverebbe Andrea Pirlo dopo averlo "cestinato" al suo arrivo a Milano.

Appena dietro Allegri, c'è Roberto Mancini. L'ex tecnico del Galatasaray, in pole position per la panchina azzurra, può garantire un'esperienza maggiore in ambito europeo dopo i mesi passati in Inghilterra e Turchia. Il "Mancio", rispetto ad Allegri, predilige però un modulo (4-4-2) ancor più "lontano" da quello vincente di Antonio Conte.

Luciano Spalletti e gli altri – Le problematiche relative ad un arrivo di Roberto Mancini, si potrebbero riscontrare anche in caso di un trasloco a Torino di Luciano Spalletti, altro big della panchina in cerca di sistemazione. L'ex Zenit San Pietroburgo, accostato al Milan nei giorni della bufera Seedorf, ama schierare le sue squadre con il più classico dei moduli: quattro dietro, altrettanti in mezzo e due punte davanti. Anche lui, come Mancini, "vira" spesso su un modulo più offensivo che, però, necessita di giocatori adatti ad un sistema di gioco completamente diverso dal 3-5-2. Dietro ad Allegri, Mancini, Spalletti e la possibile "new entry" Sinisa Mihajlovic, pare non esserci nessuno in grado di solleticare l'interesse del club piemontese. Lasciate da parte le suggestioni Zinedine Zidane, Unai Emery (Siviglia), Jorge Jesus (Benfica) e Murat Yakin (Basilea), e perse le speranze di convincere Vincenzo Montella e Roberto Donadoni, la Juventus sarà "costretta" a decidere (in fretta) scegliendo uno tra Allegri, Mancini e Spalletti. 

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