Juventus, Diego attacca Marotta: vuole una squadra solo di Italiani
Il popolo bianconero non l'ha dimenticato, sopratutto dopo la sconfitta rimediata dalla Juventus con il Bari, e lui Diego Ribas da Cunha, appare ancora fortemente deluso per esser stato, a suo dire, letteralmente scaricato dalla dirigenza bianconera.
Il nemico del brasiliano ha un nome, ed è quello di Beppe Marotta: il Direttore Sportivo appare secondo le parole al vetriolo del trequartista, ora al Wolfsburg, l'unico responsabile della sua cessione. Sulle colonne della "Gazzetta dello Sport", il folletto sudamericano racconta tutta la sua verità, con dei retroscena quantomeno interessanti: ""Dopo il Trofeo Tim ho avuto un colloquio a tre con Marotta e Del Neri. Il mister mi aveva detto che puntava forte su di me, che la squadra avrebbe giocato in avanti con una punta e me alle spalle, l'unico che poteva offrirgli un po' di qualità. Marotta non diceva nulla, sapevo benissimo che sotto sotto stava lavorando con l'obiettivo di cedermi. Mi disse solamente "se il mister la pensa così, da Torino non ti muovi". Pochi giorni dopo, poche ore prima del mio trasferimento, Del Neri non ha più avuto il coraggio di parlarmi, mi disse solamente di andare a parlare con Marotta".
Il giocatore spiega poi il perchè Marotta abbia fatto di tutto per cederlo, visto il suo "importante" precampionato: ""Marotta vuole una squadra solo di italiani, ma non è la strada giusta. Le squadre che devono vincere si costruiscono puntando anche sui grandi campioni, non guardando da che nazione provengono. Secondo me non ha ancora capito che cosa significa essere dirigente della Juventus. Se si fosse comportato in maniera diversa non solo non sarei probabilmente partito ma la società avrebbe incassato una cifra superiore. Io sarei rimasto volentieri, mi sentivo la maglia bianconera sulla pelle, volevo riscattarmi dopo la scorsa stagione e mi trovavo molto bene con Del Neri. Tutta la squadra è stata dispiaciuta dalla mia partenza, in primis Del Piero, non è vero che lui è stato d'accordo a lasciarmi andare; ma tutto lo spogliatoio era ottimo, da Buffon a Felipe Melo passando per Chiellini ed Amauri".
Marco Beltrami