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Juventus, Delneri a ruota libera: il nostro Diego si chiama Del Piero, io un po’come Mandela

Gigi Del Neri, racconta in un’intervista-fiume le sue sensazioni sulla nuova Juventus, sul mercato e sulle scelte societarie tra passato e futuro.
A cura di Marco Beltrami
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Appare tranquillo, rilassato e sicuro che i frutti del suo lavoro stanno per maturare e portare i risultati che il popolo bianconero attende ormai da svariate stagioni: Gigi Delneri in un'intervista rilasciata a "La Gazzetta dello Sport", racconta le sue sensazioni sul mercato appena concluso e sul campionato iniziato non di certo nel migliore dei modi.

Proprio a riguardo della sconfitta rimediata dalla sua Juventus a Bari per 1 a 0, il tecnico di Aquileia spiega: " Avevamo giocato troppe partite in pochi giorni con molti viaggi e qualcuno ha pagato, dopo i primi 25′ buoni. All’inizio ci sta, ma i conti si fanno alla fine. Nel calcio può capitare quello che pensano in tanti, ma può capitare anche quello che pensano in pochi. E ritorno al campionato scorso quando la Roma, dopo una rimonta incredibile, quasi sicuramente avrebbe soffiato lo scudetto all’Inter, se non avesse perso in casa contro la mia Sampdoria". Inevitabile la domanda sul notevole scetticismo diffusosi tra i tifosi, dopo la falsa partenza, ma l'ex blucerchiato non si scompone, sfoderando un paragone "storico-politico": "Anche Mandela era diffidente quando fu liberato, perché temeva ancora di essere ammazzato. Per la verità, io ho avvertito molto calore attorno a me. Ma a chi è scettico, dico che ha ragione perché ci dobbiamo conoscere, anche se i numeri della mia carriera sono dalla mia parte: in particolar modo l’anno scorso quando non sono arrivato ultimo, ma 12 punti davanti alla Juventus».  Sicuramente notevole la curiosità di ascoltare il parere di Delneri, sul recente mercato e sui cosidetti tanti rifiuti di indossare la casacca bianconera: "Calma. Nessuno ha rifiutato la Juve. Di Natale aveva già rifiutato il Napoli per una scelta di vita perché voleva rimanere a Udine, Borriello ha preferito un’altra squadra per motivi contrattuali, mentre per Kaladze il discorso è diverso. Ma tutti gli altri sono venuti di corsa, come Quagliarella, dimostrando di amare questa maglia.Pensavo che arrivasse Kolarov, ma non è stato possibile e quindi ripeto che sono contentissimo dei giocatori che ho. Per me sono i migliori e non li cambierei con  nessuno. Il Milan ha preso campioni che nessuno immaginava, ma soltanto il tempo dirà chi ha fatto bene e chi no. Io ricordo che un anno fa tutti elogiavano la campagna acquisti della Juventus. Dopo le prime partite sembrava in grado di competere con l'Inter, poi sappiamo come è finita".

In chiusura, impossibile non chiedere al neo mister juventino della questione Diego e delle polemiche con Marotta, con l'allenatore che ne approfitta per coccolare Capitan Del Piero: "Il discorso su Diego è più ampio, riguarda anche l’aspetto economico e coinvolge la società. Ma siamo tutti allineati. Tocca alla società rispondere. Io dico soltanto che Diego è un ottimo giocatore e gli auguro di avere successo in Germania, ma con Quagliarella abbiamo più presenza in area di rigore. E poi il nostro Diego si chiama Del Piero ( Doni a 35 anni con me ha giocato 30 partite nell’Atalanta e ha segnato 12 gol).

Marco Beltrami

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