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Juventus-Benfica 0-0, i bianconeri perdono faccia e finale di Europa League (foto)

Nella bolgia dello “Stadium” i bianconeri perdono la chance di giocarsi la finale in casa. A sfidare il Siviglia, per l’Europa League, ci sarà il Benfica di Jorge Jesus.
A cura di Alberto Pucci
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Il sogno di Antonio Conte e dei suoi ragazzi è svanito sul più bello. E finisce nella maniera peggiore possibile: prima il battibecco in campo (con relativa espulsione) di Vucinic con Markovic, poi il ‘contatto' nel tunnel tra calciatori e dirigenti con Rui Costa (sponda portoghese) e Pavel Nedved (sponda bianconera) a fare da cuscinetto. Finale burrascoso, turbolento. La squadra di Conte domina in Italia ma è piccola in Europa. La Juventus si è fermata in semifinale, dopo una battaglia (meglio dire, corrida) contro un avversario determinato e ben messo in campo. I campioni d'Italia hanno perso una grande occasione e, nel finale, anche quello stile che ha contraddistinto il club piemontese negli ultimi anni. La rissa tra le due panchine, probabilmente innescata dalla punta montenegrina, è stata l'ultima fotografia sbiadita di una serata storta e di una partita affrontata dalla Juventus in modo troppo frenetico. Nonostante la superiorità numerica (Benfica addirittura in 9 nel finale), la vecchia signora non è riuscita a segnare il gol che le avrebbe spalancato le porte della finale. Un'occasione sprecata che, certamente, farà piangere la Torino bianconera.

Le scelte del tecnico bianconero – Antonio Conte le ha provate tutte. Ha fatto ruotare uomini e modulo, ma il risultato non è cambiato. La Juventus, in molti momenti del match, è sembrata meno precisa del solito. La fretta di "aggiustare" il risultato dell'andata, dove Tevez e compagni gettarono al vento un preziosissimo pareggio, ha giocato un brutto scherzo ai campioni d'Italia che hanno spesso sbattuto la testa contro il muro difensivo dei lusitani. Rispetto all'andata, il Benfica ha lavorato meglio in difesa lasciando meno spazio di manovra a Tevez e Llorente e chiudendo Vidal e Pogba, meno scintillanti del solito. L'undici di Jorge Jesus, dopo la beffa dello scorso anno in finale contro il Chelsea, ha dimostrato di essere una squadra di assoluto valore mettendo in mostra giocatori come Amorim, Gaitan e Markovic, sui quali molti operatori di mercato dovrebbero fare più di un pensiero.

La pioggia e le lacrime – L'Italia bianconera, ma anche parte di quella neutrale, piange per un'eliminazione che rende il ranking italiano ancor più inquardabile. Basterà il terzo tricolore consecutivo a risollevare il morale della truppa di Antonio Conte? Difficile a dirsi, poiché l'obiettivo principale di questa stagione, indicato della dirigenza juventina ad inizio anno, è sempre stato il successo in Europa. Prima la neve in Turchia, poi il diluvio (con grandine) a Torino: sconfitte pesanti che ricordano la pioggia di Perugia ed il gol di Calori. In quel triste pomeriggio, che Antonio Conte aveva vissuto da giocatore, sulla panchina juventina c'era un certo Carlo Ancelotti: colui che, secondo la parte più cattiva del tifo bianconero, non avrebbe potuto allenare. Ebbene, di italiano in Europa, è rimasto solo lui: Carlo Ancelotti da Reggiolo. Rifarsi gli occhi con il suo Real Madrid, sarà la cosa migliore per dimenticare questa triste stagione continentale delle squadre italiane.

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