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Juventus, basta Douglas Costa: Allegri batte il Genoa e rimane in scia del Napoli

A Torino vince la Juventus, grazie ad una rete del brasiliano. Allegri sorride e rimane a contatto con i partenopei. Nonostante un finale di gara ben giocato e dopo quattro risultati utili, il Genoa di Ballardini torna a casa con una sconfitta.
A cura di Alberto Pucci
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Il Napoli chiama, la Juventus risponde. La lotta scudetto continua e dopo il successo dei partenopei, è arrivato anche quello dei bianconeri: vittoriosi su un Genoa rimasto in vacanza e troppo timido per provare lo sgambetto alla vecchia signora. In una serata dove mancavano i tifosi della curva e molti giocatori titolari, ad Allegri è così bastato un guizzo di Douglas Costa per rimanere attaccati al Napoli ed evitare l'ostacolo genoano. La Juventus è stata convincente per almeno un'ora di gioco, poi è andata in riserva e si è fatta attaccare. Genoa troppo brutto nel primo tempo, più coraggioso nella ripresa. Troppo poco, però, per uscire dall'Allianz Stadium senza danni.

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Solo Juve nel primo tempo

Allegri non può disporre di ben sei giocatori (Dybala, Cuadrado, Buffon, Marchisio, Howedes e Rugani) e schiera Douglas Costa e Mandzukic ai lati di Higuain. Ballardini è senza lo squalificato Zukanovic e si affida alla coppia Taraabt-Pandev in avanti. Lapadula è in panchina. Solito avvio aggressivo della Juventus, che s'affaccia dalle parti dell'area del Grifone dopo soli quattro minuti. Il primo squillo è di Khedira. Liberato al tiro da Mandzukic, il tedesco spara in curva Sud, dove non c'è nessun tifoso a causa della squalifica arrivata dopo il processo sui presunti rapporti illeciti tra il club e la tifoseria organizzata.

Il Genoa cerca di reggere all'urto bianconero, ma soffre e barcolla. Perin è perfetto nel disinnescare una punizione di Pjanic, ma non può far nulla al sedicesimo quando Douglas Costa gli si materializza davanti per la rete del vantaggio bianconero. Un gol meritato che allarga il divario tecnico tra le due squadre. Inesistente in attacco e molle nel mezzo, il Genoa si fa notare solo per la serata di super lavoro della difesa: in costante affanno sulle folate della squadra di Allegri. Prima Pjanic e poi Mandzukic scaldano ancora i guantoni di Perin. L'unico tiro verso la porta di Szczesny è di Laxalt: inguardabile, come tutto il primo tempo dei rossoblu.

Assedio finale del Grifone

Ballardini prova a scuotere i suoi con l'ingresso di Galabinov al posto di Rigoni. L'inserimento del bulgaro obbliga il Grifone a riversarsi in avanti, lasciando però troppo spazio a Higuain e compagni. Al 56esimo un sinistro di Alex Sandro termina sul fondo, mentre poco minuti più tardi è Pjanic a non sfruttare al meglio una ripartenza in superiorità numerica della Juventus. Tra i migliori nel Genoa, oltre a Perin, c'è Izzo. Il difensore campano, in marcatura su Higuain, è decisivo al 63esimo con una chiusura importante sull'argentino. Dalla panchina rossoblu entra anche Lazovic (fuori Taarabt), da quella bianconera esce invece Sturaro: inserito da Allegri al posto di Khedira.

L'ultimo quarto d'ora si apre con l'uscita di Alex Sandro per problemi muscolari e quella di un evanescente Pandev. Asamoah e Lapadula entrano nel tabellino di una gara che, negli ultimi minuti, vede in campo una Juventus meno brillante e un po' sulle gambe e un Genoa che ci crede e attacca in massa per cercare il pareggio. Un assedio sterile quello dei rossoblu, che sbattono sul muro juventino e rischiano prima del triplice fischio finale sull'ultimo guizzo dei padroni di casa: un missile di Matuidi che sibila alto sopra la traversa. Il tiro del francese chiude la contesa. La Juve vince e festeggia, il Genoa torna a casa con qualche rimpianto. Con un po' di coraggio in più, specialmente nel primo tempo, forse le cose sarebbero andate diversamente.

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