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Juventus: Allegri e il rebus attacco. Mandzukic ormai riserva di Higuain?

Dybala dichiara di sentirsi un po’ sfiduciato. Mandzukic, titolare in tre partite e mai incisivo, è ormai la riserva di Higuain. Come si combina il turnover con un investimento da 90 milioni?
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Questione di fiducia. E' forse la parola che torna più spesso nell'ultima settimana intorno alla Juventus, prima del 4-0 al Cagliari. Il marchio di Higuain nel largo successo che riporta i bianconeri in vetta diventa epifania dell'assoluzione e del delitto che, come direbbe De André, hanno lo stesso movente. Origine e soluzione hanno lo stesso volto e lo stesso nome: quello del Pipita.

Dybala, poca fiducia – "Gonzalo è un giocatore molto importante per noi, così come lo sono tutti i nuovi acquisti – ha detto a ESPN Futbol Club Paulo Dybala, che non è riuscito a festeggiare con un ol la 100ma presenza in bianconero  -. Loro ci aiuteranno a migliorare quello che abbiamo fatto lo scorso anno. A livello personale lo scorso anno avevo iniziato meglio. Forse mi manca un po’ di fiducia , ma se non riesco a fare gol cerco di dare il mio contributo in altro modo, correndo di più per i miei compagni o recuperando qualche pallone anche in fase difensiva".

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Higuain vs Mandzukic – Già dopo i nove minuti, comunque decisivi, all'esordio contro la Fiorentina, Allegri era stato chiaro. Gordo o non gordo, il Pipita si alternerà con Mandzukic, prometteva. Promessa che i 9 minuti concessi oggi a Mandzukic smentiscono forse definitivamente. Il croato ha evitato la terza panchina consecutiva, sarebbe stata la prima volta da quando è arrivato alla Juventus, ma al di là della prestazione non proprio convincente lo status del Pipita cambia gli equilibri all'interno della rosa. I 36 gol dell’ultimo campionato e soprattutto i 94 milioni spesi per avere il bomber argentino rendono le gerarchie nell’attacco bianconero molto chiare.

Quanto turnover? – Un investimento del genere va difeso e valorizzato, il turnover diventa un fattore per l'argentino e per Mandzukic, che ha già fatto un anno di Juve da titolare, gioca in modo diverso da Higuain, pressa di più, gioca di più spalle alla porta rispetto all'argentino che dà profondità e verticalità in modo differente. Non che Higuain gradisca tanto meglio la panchina. In fondo ha accettato Napoli, che comunque rappresentava un passo indietro rispetto al Real Madrid, perché Mou ormai aveva messo Benzema al centro del suo progetto tattico.

L'ex Bayern Monaco e Atletico Madrid ha deciso di restare pur avendo ormai ben chiaro il quadro d'insieme, con la consapevolezza di essere retrocesso a vice-Higuain. Anzi, è stato l'elemento motivante per l'arrivo di Pjaca in bianconero. Allegri lo ha lanciato da titolare contro Fiorentina e Lazio in attesa del miglior Higuain, e di nuovo contro il Siviglia, per la necessità di un riferimento più fisico, e l'Inter. Tuttavia, e questo sicuramente finirà per avere un peso più ancora della storia reciproca e della clausola di rescissione pagata al Napoli per il Pipita, in tre partite Mandzukic non è mai stato davvero pericoloso.

Mandzukic, chances sprecate – In una situazione come quella bianconera, con l'obiettivo dichiarato della Champions League per uscire dalla prigionia del sogno e far salire ancora il fatturato oltre i 350 milioni di euro, il turnover per Allegri diventa una necessità, principalmente in alcune occasioni in campionato in cui la Juve ha dimostrato di potersi permettere di controllare la partita gestendo di fatto il possesso palla. Le chances per il croato sono arrivate, il suo problema è che non e ha sapute sfruttare. Certo, è possibile che vista la sua struttura fisica entri in condizione più tardi, ma da un centravanti appena sceso nelle gerarchie, desideroso invece di aumentare i dubbi dell'allenatore, era più che lecito attendersi un atteggiamento diverso, una motivazione diversa.

Serenità – Fin qui Allegri non ha escluso né il cambio di modulo né di poter giocare con Higuain e Mandzukic insieme. Ma finora ha sempre confermato il 3-5-2 alternando i due, con il risultato sempre più evidente di considerare il Pipita come prima scelta. Sullo sfondo, intanto, potrebbe emergere un caso Dybala, l'attaccante bianconero che più deve ad Allegri, che più è migliorato da ogni punto di vista (fisico, tecnico, tattico, mentale) nel suo percorso juventino. "Deve rimanere sereno – ha detto Allegri -. E' importante. Ha fatto tante buone partite. E' un giocatore straordinario e non vedo alcun problema con lui. La sua posizione è tale e quale all'anno scorso. E' un momento in cui tira un po' meno in porta. L'anno scorso era la novità, quest'anno è conosciuto. E' più difficile per lui. Arrivare è un conto, confermarsi è un altro, quindi lui deve restare sereno".

Superbia? – Se Allegri, alla prima sconfitta della stagione, deve già rimarcare due volte la necessità della serenità, in una squadra che da cinque anni domina in Italia, per un attaccante che certo non può lamentarsi della poca considerazione, il problema va al di là del risultato in sé. Le sue scelte di formazione nelle ultime due partite hanno dato l'impressione di una squadra che punta prima di tutto a non esporsi ai punti di forza dell'avversario. Una squadra che forse, anche inconsciamente, scrive Paolo Tomaselli sul Corriere della Sera, sembra si aspetti "sempre e comunque — prima o poi — di segnare e vincere, perché tutti attorno di lei pensano che sarà così. Un atteggiamento da cambiare in fretta anche grazie a schiaffi come quello di San Siro. Con o senza Pipita".

E gli effetti non si limitano solo all'attacco, perché se l'attacco non gira a dovere è a cascata il centrocampo, senza più Pogba e con i lungodegenti Sturaro e Marchisio ancora da recuperare, a soffrire. E i tre gol su quattro subiti da calcio d'angolo, uno in più di quelli così concessi in tutto il campionato, finiscono per diventare ancora più pesanti.

Possibile cambio modulo – Considerato che il suo assioma rimane l'impiego di tre centrocampisti di ruolo, l'arrivo di Pjaca e Cuadrado potrebbe preludere, anche solo in determinate situazioni, al passaggio al 4-3-3 con vertice alto che illustrava con dovizia di particolari nella sua tesi per il Corso Master 2004-2005 a Coverciano. "Questo modulo, con caratteristiche più difensive rispetto al 4-3-3 con vertice basso, offre evidentemente maggiori garanzie ed equilibrio nelle retrovie" scriveva, "perché i due mediani, rimanendo prevalentemente bloccati davanti alla linea difensiva a quattro, garantiscono sempre una buona copertura.

In questo caso, però, potendo utilizzare un minor numero di soluzioni offensive servendosi dei centrocampisti, spesso occorre chiamare in causa e far partecipare al gioco offensivo alternativamente uno dei due terzini. Sembra evidente che questo modulo risulterà più efficace quando si deve attaccare una squadra chiusa: dato che i due esterni si abbassano per sostenere l'inizio dell'azione offensiva, gli uomini della difesa hanno davanti a sé un doppio appoggio che può aprire maggiori opportunità di penetrare o aggirare una difesa chiusa". Cambierebbe un po' la posizione di Dybala, si potrebbe dare più spazio a Pjaca e Cuadrado, ma il nodo Higuain comunque resterebbe. Origine e soluzione del rebus Juve di quest'anno. Ma in fondo, è solo questione di fiducia.

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