Juventus, Agnelli: “Prandelli e Abete si sono smarcati nel momento del bisogno”

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli non ha usato mezzi termini per commentare le recenti vicissitudini del calcio italiano dopo il flop ai Mondiali 2014. In particolare il giovane numero 1 bianconero si è soffermato sull’ormai ex Commissario tecnico dell’Italia e sul presidente uscente della Figc, utilizzando parole al vetriolo sulle loro dimissioni irrevocabili. Queste le sue parole in occasione dell'intervento nel convegno “L’impatto economico dello sport” svoltosi alla Camera dei Deputati: "Il gesto di Abete e Prandelli è stato corretto ma li smarca nel momento del bisogno. Non ringrazio Abete per averci lasciati soli”. Andrea Agnelli è andato giù durissimo soprattutto nei confronti di Prandelli che proprio oggi è stato presentato ufficialmente dal Galatasaray: “Prandelli già si è felicemente sposato con i turchi dove la pressione fiscale è minore. Farsi da parte non è il gesto di cui ha bisogno il calcio".
Agnelli non crede in un traghettatore per il ruolo di nuovo presidente della Figc
Andrea Agnelli ne ha per tutti anche in ottica nuovi vertici federali. In particolare il presidente della Juventus è molto critico sull’idea di affidarsi a Carlo Tavecchio che a suo giudizio non ha l’autorità giusta per contribuire a risollevare il calcio italiano: “A livello internazionale abbiamo nell'ECA e nella Uefa Rummenigge e Platini La gente schizza in piedi, riconosce autorevolezza immediata. Fatico a pensare che lo stesso trattamento possa essere riconosciuto a Tavecchio. Non serve un traghettatore ma un riformista che ci porti in un'altra dimensione". Ci vorrà dunque tempo e una attenta valutazione per decidere i nuovi vertici del calcio italiano, motivo per cui Andrea Agnelli non crede alla possibilità di accelerare i tempi, un gesto da irresponsabili: “Noi avevamo già previsto un'assemblea per l'11 agosto che era un'assemblea tecnica e di servizio. Tramutarla in un'assemblea elettiva è un gesto irresponsabile. Su questo non sono d'accordo. Le varie componenti stavano riflettendo per capire quale fosse tra due anni la migliore impostazione per il calcio. Il grosso dibattito a questo punto non è su cosa c'è da fare, ma chi è la persona giusta”.