Juventus, Agnelli: “Conte, Pirlo e Pogba non si muovono. A giugno un grande colpo”
La fine del 2013 si avvicina ed è tempo di bilanci anche per la Juventus. C’è grande soddisfazione in casa bianconera per il rendimento dei campioni d’Italia che stanno dominando il campionato e nel primo match del 2014 affronterà davanti al proprio pubblico la seconda della classe Roma. L’unica nota stonata è quella dell’eliminazione in Champions League, con Tevez e compagni che dovranno ripartire dall’Europa League. Andrea Agnelli ha fatto il punto sugli argomenti del momento partendo ovviamente dal mercato e dalla situazione di Conte, Pirlo e Pogba. Il patron della Juventus non ha dubbi sulla loro permanenza in bianconero, almeno per ora: "Non vedo la Juve senza Conte – ha spiegato in un'intervista a Tuttosport -. Ad Andrea ho detto che qui è a casa. Gli piace la Juventus e gli si addice. So che lui e Marotta si sono dati appuntamento a febbraio-marzo per definire. Pirlo rimarrà con noi ancora un po' di tempo". Più complicata la situazione di Pogba con Agnelli che ha ribadito le difficoltà di trattenere il francese nei prossimi anni quando si affermerà anche a livello internazionale: “Visto che Pogba viene considerato il prossimo miglior centrocampista al mondo, credo sarà difficile trattenerlo in futuro. Detto questo, il prolungamento ci può stare e non credo esistano problemi a questo giro di boa". In conclusione una battuta anche su Vucinic che sembra destinato all’addio: “Se Mirko chiedesse di andar via? Quelle sono situazioni che si creano lì per lì, domandate a Marotta…".
Poche operazioni dunque a gennaio con la Juve che invece sarà protagonista nel prossimo giugno con un grande colpo: “Per me il mercato si fa a giugno, a gennaio c'è quello di riparazione, ma mi sembra che no ci sia nulla da aggiustare. E' giusto ottimizzare gli investimenti, lavoriamo per costruire una struttura economica che si autofinanzi a prescindere dalla partecipazione alla Champions, che invece potrebbe consentirci un grande acquisto a giugno. In sintesi, oggi possiamo ipotizzare una serie di operazioni che sono già di taglio superiore, poi però devono valerne la pena. Spendere per spendere, no".
Il presidente della formazione torinese non ha perso occasione per riservare una stoccata alla Lega Calcio considerata non al passo con i tempi, a "Il Messaggero": "E' tutta da rifondare. Può crescere in maniera esponenziale, deve assolutamente managerializzarsi, dotarsi di una struttura capace di agire su vari fronti, aprirsi al confronto e darsi delle regole precise per alzare lo standard qualitativo del nostro calcio. Non possiamo permetterci manti erbosi e illuminazioni non da Serie A. Il prodotto calcio va in scena mediante gli stadi, quindi vanno bene quelli nuovi, così come ristrutturare gli esistenti. Una Lega ristrutturata permetterebbe di essere più compatti sulle modifiche come il tema della fiscalità sulle operazioni dei procuratori e sulla figura del calciatore come dipendente . Si deve lavorare sulla protezione dei marchi con l'industria della moda. Oggi il 65-70% del fatturato proviene dai diritti Tv e il restante da stadio e commerciale. Dobbiamo cercare un bilanciamento".