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Juve-Torino: Mandzukic centravanti e Pjanic jolly, così Allegri ha vinto il derby

Allegri lascia in panchina Higuain, come nell’ultimo derby. Pjanic tocca più palloni e tenta più contrasti di tutti nella Juventus. Con Matuidi e Dybala, che raggiunge i 10 gol, i bianconeri prendono il comando del match. Il Toro dura 25′, fino all’espulsione di Baselli. Poi salta il piano tattico che puntava a sfruttare le corsie esterne.
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Il 4-2-3-1 di Allegri funziona meglio senza Higuain? Il derby, anche nei 25 minuti prima dell'espulsione di Baselli, sembra suggerire di sì. Almeno nelle condizioni attuali. Mandzukic apre spazi, detta la profondità, libera le incursioni da dietro di Dybala che chiude il poker e raggiunge i 10 gol in stagione. Disegna una Juve "pitonesca", avvolgente, che aumenta l'ampiezza con Alex Sandro e Lichtesteiner e chiede a Cuadrado e a un Douglas Costa senza acuti a sinistra di accompagnare più interni e creare un costante due contro due sugli esterni. Con Matuidi e Pjanic alti nel recupero del pallone, a portare un primo pressing che è prima arma offensiva, la Juve stringe il Torino anche prima del rosso a Baselli. Ambiziosa l'idea di Mihajlovic di presidiare le fasce più del corridoio centrale, ma la partita si trasforma in una cronoscalata affannosa e senza alcuna possibilità di successo.

Mandzukic centravanti: una Juve più fluida

Allegri tiene Allegri in panchina e opta per Mandzukic centravanti, come non sucecdeva dal derby d'andata. Con Cuadrado e Douglas Costa a sinistra, la Juventus svuota il centro e neutralizza il possibile raddoppio alto del Torino sulle fasce. Lichsteiner e Alex Sandro in fase di possesso accompagnano sempre molto alti, e si ritrovano anche più avanzati rispetto alle due ali.

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Mihajlovic, che ha scelto due terzini più di spinta che di copertura come Ansaldi e De Silvestri, chiede ai due centrali di difesa di allargarsi e andare a giocare insieme al terzino di riferimento. Ljanco viene sorpreso fuori posizione da Dybala, che si allarga e vede l'inserimento in mezzo di Cuadrado: il diagonale alto scuote la partita.

Le statistiche del primo tempo: fonte Sofascore
Le statistiche del primo tempo: fonte Sofascore

Matuidi vero jolly alle spalle di Dybala

I movimenti di Iago Falque, che taglia molto verso il centro a destra, portano il Toro a giocare più dal lato sinistro. In mezzo, la Juve pressa forte con Pjanic, che tenta 6 tackle e gioca 105 palloni, più di tutti, e Matuidi. il francese, fondamentale nel chiudere le linee di passaggio e favorire il ribaltamento dell'azione, va a mettere pressione su Baselli chiamato a portare il primo pressing su Baselli. Da un suo errore in controllo, e dal recupero di Matuidi nasce il nono gol in stagione della Joya.

I tiri del primo tempo: a destra quelli della Juve
I tiri del primo tempo: a destra quelli della Juve

Espulso Baselli, Cuadrado ha più spazi: da qui il gol di Pjanic

Mandzukic, che detta la profondità fuori dall'area e chiama all'inserimento da dietro Dybala, rapidissimo nei primi metri e sempre disposto ad esacerbare il mismatch con Ljanco, diventa il grimaldello per spaccare la partita. L'espulsione di Baselli lascia il Torino in dieci, come nell'ultimo derby. Il secondo, sacrosanto, giallo, trasforma la partita dei granata in una missione un po' più che impossibile. Mihajlovic non ha altra scelta che ridisegnare la squadra: toglie Iago Falque, aumenta la muscolarità in mezzo con Acquah, con il centrocampo che diventa a tre. Ljajic si avvicina a Belotti in un 4-3-2 che richiede a una delle mezzeali, a turno, di scivolare in copertura per provare a compensare l'inferiorità numerica.

Cuadrado tiene la palla spesso con un tocco o due di troppo. Ritarda le conclusioni, ma ha fin troppo spazio per lo scarico dietro verso Pjanic che segna il 2-0 e firma il suo primo gol in A dal derby d'andata della scorsa stagione, il quarto ai granata. E' in ritardo Ansaldi sulla diagonale, anche se con un 4-3-2 d'emergenza è inevitabile soffrire i cambi di gioco e lasciare spazi proprio nel corridoio centrale se il centromediano non si va a schiacciare sui quattro dietro.

Il possesso palla di Juve e Torino nel primo tempo: emerge come i granata cerchino di passare per vie esterne e la Juve controlli il centrocampo
Il possesso palla di Juve e Torino nel primo tempo: emerge come i granata cerchino di passare per vie esterne e la Juve controlli il centrocampo

Alex Sandro fa calare il sipario sul match

Rincon si fa vedere nel corridoio di centro-sinistra in appoggio a Ljajic in maniera più decisa in avvio di secondo tempo. Niang, più largo a destra ma meno determinato in ripiegamento, fatica a incidere. La difesa bianconera si mantiene più bassa, i bianconeri gestiscono il possesso palla senza affondare. Ma il 3-0 arriva comunque su calcio d'angolo. Alex Sandro riprova il taglio sul primo palo, il Torino difende in linea ma curiosamente in quella zona, a coprire il brasiliano, restano Belotti e Niang, che è completamente pigro e fuori posizione. Sandro salta totalmente da solo e praticamente chiude il derby.

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Entra Bernardeschi, la Juve dilaga

Allegri manda in campo Bernardeschi per Cuadrado. L'ex Fiorentina va a cercare spazio rientrando da destra verso il centro per sfruttare il sinistro dalla distanza (e chiama subito alla parata Sirigu che si ripete su una schiacciata ravvicinata di testa di Benatia, che Ljanco si era perso). Tutto facile per la Juventus che crea superiorità sulla fascia destra, nella zona in cui un Rincon meno attento in copertura si lascia più facilmente sorprendere in velocità. I granata si salvano su una mischia prolungata, ma ormai saltano anche le marcature. Su un cross di Douglas Costa sul secondo palo, la remissività del Torino emerge nella diagonale difensiva anticipata e stretta che lascia libero Mandzukic (poi uscito per Higuain dopo una botta al ginocchio destro) di girare in porta senza opposizione: solo Sirigu tiene in piedi, ma per onor di firma, i granata. Poi ci sono solo gli "olè" dell'Allianz Stadium per una partita che non ha più niente da raccontare.

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