Juve-Siviglia: Allegri frustrato, Sampaoli delude
La Juve allunga a 18 la serie di partite senza sconfitte nelle coppe europee. Il 3-5-2 di Allegri neutralizza i punti di forza ed espone le debolezze del Siviglia che sta cercando di mandare a memoria la rivoluzione targata Sampaoli. Solo nell'ultima mezz'ora, però, la Juve crea vere occasioni da gol: troppo poco per sbloccare il risultato. Così dopo 300′ giocati (due sfide con la Juve e finale di Europa League 2014 finita ai rigori), il Siviglia deve ancora segnare il suo primo gol allo Juventus Stadium.
I dati – La Juve, che pure ha il tasso maggiore di possesso palla e il doppio di passaggi verso la trequarti offensiva, non è abbastanza presente in area. Soprattutto nel primo tempo, Dybala e Higuain non toccano nemmeno un pallone all'interno dei sedici metri.
Le 16 conclusioni arrivano per lo più da fuori area o da posizioni angolate e dunque meno pericolose con la rilevante eccezione della traversa di Higuain nella ripresa e del tentativo finale di Alex Sandro. Proprio il suo ingresso e la maggiore libertà di Dani Alves, 29 combinazioni con Khedira, hanno cambiato il volto del match. Da quella parte la costruzione del triangolo fra le linee nel secondo tempo ha funzionato eccome.
Formazioni – Sei dei giocatori presenti allo Juventus Stadium un anno fa non sono più al Siviglia. C'è però Iborra, che qui due anni fa vinse l'Europa League e gioca da capitano nonostante l'offerta del Sunderland in estate. "Rispetto all'anno scorso, ha detto, è un cambio radicale. Sampaoli vuole una squadra alta, aggressiva, cerca di dominare il gioco e controllare il possesso palla". Sampaoli opta per un 4-3-3 con Sarabia e Vitolo larghi: a loro il tecnico chiede di attaccare la profondità partendo da posizione interna e offrire una soluzione di passaggio verso Vazquez. A sorpresa Allegri sacrifica Pjanic e piazza Lemina regista con Khedira e Asamoah mezzeali.
Pressing – Già dai primi minuti si vede come il Siviglia cerchi di sviluppare il gioco nella maniera classica, con i movimenti a venire incontro sull'esterno di Sarabia e la ricerca dello spazio fra le linee
Il 3-5-2 funziona – Ma il 3-5-2 di Allegri è in grado di chiudere gli spazi fra il trio BBC e le fasce. In più, con solo un "falso nove" da controllare, è facile per i centrali alzare la linea e restare aggressivi sulle coperture preventive. Stupisce l'agio con cui Lemina interpreta il ruolo di regista basso. Come Pjanic contro il Sassuolo, Lemina non spreca tempi di gioco e svuota il centrocampo. Il tedesco, sfruttando proprio il bucio che si crea con un Siviglia un po' slegato quando deve recuperare le posizioni in fase di copertura, riceve libero e privo di pressione. Giocando da mezzala, è lui a creare con due fughe solitarie le prime due occasioni del match
Jolly Dybala – La seconda nasce anche dal movimento di Dybala che, come contro la Lazio, viene incontro per facilitare l'uscita del pallone. Le mezzeali non sempre riescono a creare quell'abituale gioco a due con gli esterni. Il coinvolgimento di Dybala nella circolazione del pallone libera opportunità, con gli spazi da sfruttare fra le linee, e la possibilità per l'argentino di ricevere alto e combinare con Khedira è solo una delle alternative possibili.
Tre contro tre – Sampaoli dimostra comunque di aver preparato il match nei minimi dettagli. I tre attaccanti del Siviglia, infatti, quando uno dei difensori appoggia su Buffon vanno a stringere e creare un 3v3 che costringe il portiere a lanciare lungo: la volontà è quella di sfruttare una superiorità aerea per recuperare subito il possesso.
I numeri del primo tempo – L'unico brivido, però, lo regala a Bonucci che fa uscire troppo presto il pallone e lo regala di fatto a Vitolo con un Lemina distratto che non si abbassa per venire a ricevere e aiutare la prima fase di costruzione. I 265 passaggi del primo tempo hanno portato gli spagnoli a una sola conclusione verso la porta. La Juve, nonostante il 46% di possesso palla, registra 4 passaggi in più negli ultimi 30 metri e cinque tiri totali, uno solo però da posizione centrale (ma da fuori area). Da posizioni più angolate, e dunque meno pericolose, le due dall'interno dell'area.
Il lavoro di Higuain – Higuain che ha una media di 0,6 gol a partita in campionato, fra Liga e Serie A, e solo di 0.25 in Champions League, si vede poco per un'ora. Rispetto a Mandzukic che pressa, contrasta, rientra, appoggia dietro e scambia nello stretto, Higuain è un attaccante diverso: partecipa meno alla fase difensiva, gioca per la squadra sempre nell'ottica della finalizzazione, e sa come liberarli sulla corsa anche quando riceve spalle alla porta. Ma soprattutto gli basta un pallone per essere devastante. La Juve sfrutta meglio l'ampiezza in avvio di ripresa, anche perché il Siviglia perde qualcosa da questo punto di vista con l'inserimento di Correa per Sarabia. La prima occasione nasce sull'asse Evra-Dybala (perfetto il taglio dentro dell'argentino), la seconda dal break di Dani Alves. I centrali si affannano a rientrare, la linea salta, Pareja tiene Higuain ma è fuori tempo e sul colpo di testa del Pipita solo la traversa salva i rojiblancos.
Sfruttare le fasce – Ed è ancora una rapida transizione sul lato debole che scopre libero sulla corsa Dani Alves: il cross teso dell'ex Barcellona non trova per questione di centimetri l'estirada di Dybala: è comunque rilevante come nei primi 70 minuti la combinazione più frequente nella manovra bianconera sia proprio quella che va dall'esterno brasiliano alla Joya (12). Ma è chiaro come ora la Juve, sfruttando anche la stanchezza del Siviglia, riesca meglio a isolare il centro per ribaltare il gioco in velocità sugli esterni. Gli spagnoli, ancora un work in progress con Sampaoli, non sempre riescono a mantenere reattività e concentrazione e alla lunga tendono a lasciare troppi spazi scoperti fra difesa e centrocampo.
Dentro Pjanic – L'ingresso di Pjanic per Asamoah e Alex Sandro per Evra intensifica la sensazione che Allegri voglia esporre proprio l'incapacità del Siviglia di proteggere a dovere la difesa e sfruttare la maggiore qualità tecnica sulla trequarti una volta spezzato il pressing avversario.
Solo un punto – Sarà proprio il brasiliano a mancare l'ultima chance bianconera. Ma la sostanza non cambia. Allegri vince nettamente il duello tattico con Sampaoli. Il Siviglia chiude bene gli spazi per un'ora, poi quando manca il fiato saltano anche le coperture preventive e aumentano gli errori in costruzione. In contropiede la Juve crea le occasioni migliori, con gli spazi aperti sulle fasce ma non concretizza.