Juve, niente logo TIM a bordo campo nello Stadium: ma la Lega Calcio non ci sta
Tutto per questione di soldi. Tanti soldi. La Juventus e la Lega Calcio sono ai ferri corti, un faccia a faccia che dura da quest'estate e che non accenna a completarsi in tempi brevi, anzi. Il nodo del contendere sono gli spazzi a bordo campo, vicino alle porte del terreno di gioco dove da sempre campeggiano cartelloni pubblicitari (anche virtuali) dedicati allo sponsor ufficiale del campionato, TIM.

Il contenzioso è nato quando all'interno dello Stadium, di proprietà bianconera si è deciso che quelle zone di campo, di altissima visibilità ma fuori dal terreno di gioco regolamentare non siano di proprietà della Lega ma del club che, quindi, può disporne la gestione come meglio crede. Ovviamente, la Lega ha subito detto il contrario con le due parti arroccate sulle rispettive posizioni.
Il problema è che la Juventus ha deciso di monetizzare tutto ciò che è possibile monetizzare, tanto più che da quando è arrivato Cristiano Ronaldo, il club si è trasformato in una macchina da sponsor ancor più enorme di quanto non lo fosse già per i sette scudetti consecutivi vinti. Così, l'erba a fianco delle porte è entrata di diritto nelle pretese della società.
Non è un caso, infatti, che in occasione della prima casalinga della Juventus, non ci fossero i classici loghi rosso e blu della Lega Calcio e della Serie A TIM bensì delle scritte bianco su nero, con la parola JUVENTUS. Una mossa che ha permesso al club di evitare ripercussioni legali ma anche di evitare che la Lega potesse ‘occupare' (anche virtualmente) lo spazio con i propri sponsor.
La questione è molto delicata: il club bianconero è intenzionato a far rispettare la propria legge all'interno dello stadio di proprietà, non scendendo a compromessi con la Lega Calcio. Che dal canto suo deve però difendere i propri interessi, visto che con TIM c'è in ballo una sponsorizzazione da 15 milioni di euro.