Juve-Milan, la finale di Supercoppa in 5 chiavi tattiche
Così come nel 2003 a New York la Juventus e il Milan si contendono la Supercoppa Italiana fino ai calci di rigore ma a vincerla, questa volta, sono i rossoneri per 5 a 4. Decisivo l'errore dal dischetto di Dybala. Con questa vittoria la squadra milanese condivide il record di 7 trofei proprio con la Juventus. Gara ben disputata dalle due squadre con i bianconeri che si fanno preferire nel primo tempo e i rossoneri nella ripresa.
Allegri non rischia Dybala e ripropone Pjanic come trequartista alle spalle di Mandzukic e Higuain. Lichsteiner recupera e si prende la fascia di competenza. Centrocampo confermato con Marchisio regista, Khedira e Sturaro nel ruolo di mezze ali. Confermata la coppia difensiva, Rugani-Chiellini, vista contro la Roma. Tre cambi per Montella rispetto alla gara contro l'Atalanta: fuori Lapadula, Antonelli e Pasalic per Bacca, De Sciglio e Locatelli. Suso e Bonaventura, al posto di Niang, completano il tridente mentre Kucka e Bertolacci sono i centrocampisti che affiancheranno il giovane regista rossonero. Davanti a Donnarumma si muovono Paletta e Romagnoli.
Primo tempo. La gara è molto equilibrata con la Juventus che tiene più il pallone mentre il Milan occupa bene il campo e prova a ripartire velocemente con i cambi di campo verso Suso e Bonaventura. Molto interessante il movimento di Pjanic che, in fase difensiva, da vertice alto si sposta al fianco di Marchisio con Sturaro che scivola sulla sinistra. Le punte di Allegri partono sempre vicine per effettuare i movimenti provati appena parte la palla: Higuain rimane più centrale mentre Mandzukic si decentra in appoggio ai centrocampisti.
La rete delle Juventus, arrivata al minuto 18, è frutto di una maggiore forza fisica dei saltatori bianconeri che sovrastano i difensori rossoneri: Chiellini anticipa in maniera perfetta Paletta e insacca alle spalle di Donnarumma il calcio d'angolo di Pjanic. La squadra di Allegri è molto più presente in campo sia fisicamente che mentalmente: gli uomini in bianconero si muovono all'unisono e aggrediscono sempre i portatori di palla rossoneri. Il Milan esce piano piano dal suo guscio e dopo 38 minuti di inattività di Buffon arriva il pareggio: cross stupendo di Suso dalla destra e inserimento stupendo di Bonaventura che tagliando velocemente verso il dischetto del rigore anticipa i due centrali della Juve, rimasti fermi vicino a Bacca, e di testa insacca sul palo lungo. Non puntuale la difesa bianconera che sbaglia la scalata e permette al 5 del Milan di ritrovarsi solo in area. La crescita della squadra rossonera è dovuta alla progressiva partecipazione alla manovra di Jack e Suso, gli unici uomini che possono dare un po' di qualità alla manovra.
I bianconeri si fanno preferire nella prima parte ma piano piano allentano il freno e permetteno al Milan di uscire. I rossoneri partono molto bassi e anche le zone di campo più calpestate lo mettono in mostra: il pressing asfissiante dei primi minuti della Juve non ha lasciato scampo alla squadra di Montella, che ha fatto fatica a uscire, e si è ripresa grazie all'abbassamento del ritmo dei bianconeri. Anche l'uscita per infortunio di Alex Sandro è stata importante in questo senso: il laterale brasiliano è molto più presente nella manovra di Evra e l'assenza su quella fascia si è fatta sentire rispetto ai primi minuti.
Secondo tempo. Il Milan riparte benissimo nella ripresa con Bonaventura e Suso sempre protagonisti e Bertolacci e Locatelli che supportano l'azione a rimorchio. L'ex genoano va a fare il vertice alto del triangolo di centrocampo e pressa molto più Marchisio rispetto alla prima parte di gara. Due buone occasioni per entrambe le squadre nei primi 15 minuti: prima è Romagnoli a colpire la traversa con un colpo di testa ravvicinato e poi è Khedira a far volare Donnarumma, che toglie il pallone dall'incrocio dei pali.
Al minuto 67 Allegri mette in campo la terza punta, inserendo Dybala per Pjanic: l'ingresso de La Joya ha cambiato l'inerzia della gara e la Juventus sembra riuscire a supportare i tre uomini sulla linea degli attaccanti. Montella risponde inserendo Pasalic per Locatelli: il cambio è dettato proprio dall'entrata di Dybala che agisce come trequartista e con la sua freschezza può creare problemi tra le linee rossonere.
L'uscita di Sturaro ha lasciato più spazio a Suso che è diventato parecchio pericoloso sulla destra: Lemina non riesce a tenere lo spagnolo come il centrocampista italiano e Evra va sempre in difficoltà. L'ex Liverpool mette due volte Bacca in condizione di capire di testa ma il colombiano non è freddo come al solito e la gara si trascina in parità fino al 94′.
Tempi supplementari. Bacca si divora un goal fatto da pochi passi dopo l'ennesima azione travolgente di Suso e, per provare a limitare lo spagnolo, Allegri sposta Khedira come mezz'ala sinistra e porta Lemina sulla destra. Il Milan si gioca gli ultimi due cambi al minuto 102: Lapadula e Antonelli per Bacca e Abate. A livello tattico non cambia nulla. Un paio di sortite di Dybala non cambiano il risultato e la finale si conclude ai calci di rigore. Una grande parata di Donnarumma su Dybala è decisiva per la Juventus: il Milan vince la Supercoppa Italiana 2016.
Il migliore. A dispetto di quanto si è sentito alla vigilia il giocatore che ha già impresso la sua impronta sulla gara è Suso. Lo spagnolo parte piano, come tutto il Milan, ma esce alla distanza e alla prima palla utile consente a Bonaventura di pareggiare. Con l'uscita di Alex Sandro e Sturaro, l'esterno rossonero è diventato l'uomo in più per la squadra di Montella e i suoi cross hanno messo in difficoltà la retroguardia della Juventus in più di un'occasione. Gli equilibri sono cambiati proprio quando Suso è entrato nel vivo del gioco e ha impresso il passo ai suoi avversari.