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Juve, che succede a Pjanic? Da fulcro a zavorra sotto la gestione Sarri

Analisi e numeri della crisi di Miralem Pjanic che incide in negativo sul rendimento della sua Juventus: dai 150 palloni che avrebbe dovuto toccare a partita nelle intenzioni di Sarri al crollo di Verona dove ne ha toccati meno di Amrabat, fino ad un rendimento offensivo in linea con la sua peggiore stagione in carriera.
A cura di Michele Mazzeo
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Cosa succede a Miralem Pjanic? Doveva essere il fulcro della Juventus targata Maurizio Sarri, il direttore dell’orchestra bianconera e invece dopo oltre metà stagione si ritrova ad essere una zavorra. Doveva essere l’uomo in grado di garantire una sinfonia perfetta e invece eccolo lì vagare in mezzo al campo, avulso dal gioco, come una nota stonata. Se il rendimento del numero #10 della Bosnia sia effetto o causa delle difficoltà palesate dalla Vecchia Signora in questa prima parte di annata non è dato sapere.

Da ‘150 palloni a partita’ ai 59 tocchi di Verona

Ciò che è certo è che quello che nei piani del tecnico toscano doveva essere il catalizzatore di tutte le azioni bianconere (“Vorrei vedere Pjanic toccare 150 palloni a partita” aveva detto al momento del suo insediamento sulla panchina dei campioni d’Italia) è diventato una comparsa da 59 tocchi a partita. Tanti infatti sono quelli effettuati nella disfatta di Verona, uno dei quali ha per giunta favorito il gol di Borini che ha aperto la strada alla rimonta scaligera. E pensare che nello stesso match il più ruvido Sofyane Amrabat ne ha fatti 72.

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Negli ultimi due mesi solo una volta si è visto il ‘vero’ Pjanic

Al Bentegodi dunque il bosniaco sembra aver raggiunto il punto più basso della sua parabola discendente che parte dalle sei volte in stagione in cui ha superato i 100 palloni toccati in un match per poi vedere la sua media calare sempre più fino all’odierna 83 tocchi per incontro. Un calo di rendimento evidente che negli ultimi due mesi ha visto una sola eccezione, vale a dire il match con il Cagliari nel quale ne ha addirittura giocati 142.

Quasi quattro mesi fa l’ultima rete del bosniaco

La situazione peggiora poi se si tiene conto del suo apporto offensivo: l’ultimo assist piazzato dal regista classe ‘90 è infatti datato 23 novembre 2019 (per il gol di Higuain del momentaneo 1-1 nella sfida in casa dell’Atalanta), mentre per trovare la sua ultima rete bisogna tornare addirittura al match casalingo contro il Bologna del 19 ottobre. Tra l’altro quella siglata dal bosniaco in quell’occasione è anche l’ultima realizzata da un centrocampista juventino in questa stagione.

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Rendimento in linea con la passata stagione (la peggiore)

Dopo 29 presenze e 2.447’ in campo, il bottino stagionale di Miralem Pjanic è pari a 3 reti e 4 assist decisivi, di poco migliore rispetto a quello ottenuto nello stesso periodo nella passata stagione (la peggiore della sua carriera) con Massimiliano Allegri in panchina, ma nettamente inferiore a quanto fatto nelle due precedenti annate in bianconero dopo il suo arrivo dalla Roma (al 12 febbraio 2018 aveva messo a referto 5 reti e 7 assist, mentre al 12 febbraio 2017 erano addirittura 8 sia i gol che gli assist realizzati).

Un rendimento dunque che deve essere migliorato in questi ultimi 3 mesi di stagione, quelli decisivi per il raggiungimento degli obiettivi, perché se è vero che Pjanic ha bisogno della miglior Juve per dare il meglio, è vero anche il contrario, cioè la Juve di Sarri ha bisogno del miglior Pjanic per dare il meglio.

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