Jonathan Bachini: “I pedofili possono allenare, ma io non posso”

A distanza di 11 anni, per Jonathan Bachini il tunnel non è finito. Anzi, a sentire le esternazioni dell'ex giocatore di Juve,Brescia, Parma, Siena e della Nazionale è solamente l'inizio. Squalificato a vita dal mondo del calcio e dello sport per essere stato trovato recidivo al consumo di cocaina in un controllo antidoping del 2004, l'ex centrocampista ha chiesto perdono e la grazia per poter tornare nel calcio, per allenare i ragazzini, insegnare loro cosa significhi commettere un errore come il suo, spiegarne i motivi e indicare la corretta via. Ma per lui c'è solo l'oblio, nessuno più si interessa della sua situazione, di una fetta di vita toltagli per un errore grave ma che – come dice lui stesso al Corriere – "ha rovinato solamente la mia vita. Non ho fatto male a nessuno".
La prima squalifica del 2004 – Quel post partita del 2004, dopo Brescia-Lazio per Bachini è rimasto una cicatrice che mai scorderà. E' il 26 novembre 2004 e in un controllo antidoping, l'allora centrocampista delle rondinelle viene trovato positivo ai metaboliti della cocaina. Squalifica immediata di sei mesi e licenziamento da parte del club. Bachini aveva 29 anni, era oramai un giocatore esperto, un professionista di lungo corso cui non si poteva perdonare un errore simile.
La recidiva e la radiazione – Ma i vizi e gli errori purtroppo a volte si ripetono. Nell'estate 2005 viene ingaggiato dal Siena ma nel gennaio 2006 viene trovato nuovamente positivo al test della cocaina richiesto in seguito a delle osservazioni nella gara del 4 dicembre 2005 ancora contro la Lazio. Il calciatore viene dapprima sospeso in via cautelativa il 3 marzo 2006 e infine squalificato a vita (con conseguente radiazione) il 30 marzo 2006. Una carriera interrotta bruscamente, un allontanamento perentorio, definitivo, Che a distanza di 11 anni e con ciò che accade ogni giorno nel mondo del pallone appare quanto meno esagerato.
Colpa espiata – A distanza di anni, l'errore però è stato capito e metabolizzato dall'uomo Bachini, oggi 42 enne e in attesa di essere perdonato da quel mondo che lui ha tradito ma "senza fare male a nessuno. Sono stato un fesso, ho sbagliato e ho pagato, ma ho fatto male solo a me stesso. Ho chiesto la grazia alla Figc, ma mi hanno detto che devo parlare col Coni, che può farlo solo Malagò. Ma fino ad oggi nessuno ha detto nulla".
La voglia di tornare – Una voglia di riscatto, di esorcizzare quel doppio triste momento. Poter rimediare in modo concreto, con i più giovani, aiutandoli a capire quali errori evitare. Questo il sogno e la speranza dell'ex giocatore: "Oggi fanno allenare tutti, pure i pedofili però io non posso. Non chiedo molto, solo poter insegnare calcio ai ragazzi, vorrei aiutarli a non diventare come me. Al momento aiuto un amico con una squadretta Juniores qui a Livorno, ma solo agli allenamenti, non posso andare in panchina"