Radio Catalunya: Johan Cruijff ha un cancro al polmone
A dare la terribile notizia è Catalunya Radio: Johan Cruijff, il Pelé bianco (come lo ribattezzò Brera), il Profeta del gol (di cui Sandro Ciotti raccontò le gesta in un docu-film) l'icona del calcio totale dell'Ajax e di Michels, ha un cancro ai polmoni. Patologia che, secondo le informazioni raccolte dall'emittente, gli sarebbe stata diagnosticato martedì scorso a Barcellona dopo essersi sottoposto a controlli specialistici approfonditi per verificare lo stadio della malattia. L'ex campione olandese ed ex allenatore dei blaugrana, oggi 68enne, a lungo accanito fumatore, ha smesso nel 1991 quando subì un intervento chirurgico a cuore aperto per un'insufficienza coronarica acuta. "Nella mia vita ho avuto solo due vizi: uno, il calcio, mi ha dato tutto, l'altro, il fumo, stava per togliermelo", recitò in uno spot che lo vide protagonista. Da allora, abbandonate le sigarette, fedeli compagne di ventura in panchina, è stato perfino protagonista di un campagna pubblicitaria contro il tabagismo.
Cruijff icona del calcio totale di Michels
Formidabile da calciatore, perfetto interprete della rivoluzione tattica dei ‘tulipani', Cruijff è divenuto leggenda nell'Ajax, club di cui entrò a far parte all'età di 10 anni. Il 1965 è l'anno della consacrazione: l'arrivo di Michels in panchina fa sì che a 18 anni il giovane Johan irrompa sulla scena internazionale mescolando classe e geometrie, fantasia e disciplina, servendo assist e segnando gol bellissimi. Un calciatore ‘totale': organizzatore, costruttore e finalizzatore di gioco, di lotta e di governo, capace di realizzare 204 gol in 276 partite con la maglia dell’Ajax e 33 gol in 48 presenze con quella arancione della nazionale olandese. In carriera conquistò ben 3 Palloni d’oro (1971, 1973, 1975 all'acme della sua popolarità), vincendo con le maglie dei ‘lancieri' e del Barcellona ben 10 scudetti (9 in Olanda, 1 in Spagna), 3 Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.
Il numero 14 è stato il suo emblema sul rettangolo verde, sia nella squadra di club sia in nazionale. Maglia che ad Amsterdam ritirarono nel giorno del suo 60simo compleanno in segno di riconoscimenti nei confronti del campione che aveva dato lustro all'Ajax e al calcio olandese. A Barcellona fu costretto cambiare: la Federazione spagnola non consentiva una numerazione diversa dall'uno all'undici ma Cruijff aggirò il veto alla sua maniera: sotto la divisa dei catalani ne indossava un'altra che recava quel numero magico che lo ha sempre accompagnato.
Da Amsterdam e Barcellona, trionfo in panchina
Due Coppe d'Olanda, una Coppa delle Coppe è il bottino ottenuto alla guida dell'Ajax come allenatore. E' sulla panchina del Barcellona che, dopo aver alimentato la propria leggenda da calciatore, riuscirà a scrivere altre pagine indimenticabili del calcio internazionale. Nel 1992 sarà Cruijff a trascinarli alla prima vittoria della Coppa Campioni (la Champions attuale) grazie al gol di Koeman che piegò a Wembley la Sampdoria di Mancini e Vialli nei supplementari (112′). Sotto la sua egida i catalani vinceranno per quattro volte di fila la Liga, una Coppa del Re, una Coppa delle Coppe. Un filone straordinario e una carriera, quella di allenatore, interrotta per gravi problemi cardiaci nel 1996.
Così parlò Johan: "Balotelli maleducato, Pogba non vale 80 milioni"
Campione senza peli sulla lingua. Sincero, schietto, Cruijff è stato spesso censore degli eccessi del calcio moderno ostaggio del business e di valutazioni di mercato che ha più volte definito assurde. "Le cifre che sento mi sembrano incredibile. Pogba non vale 80 milioni". Parlando di Balotelli, in un'intervista alla Gazzetta disse: "Balotelli non si comporta bene e dobbiamo chiederci perché. Per me se un calciatore non è educato, non gioca. Non è colpa sua ma della squadra che lo fa giocare. Il problema non è Mario come persona ma l'educazione ricevuta".
Stoccata al Real Madrid. "E' ridicolo che abbia vinto la Liga solo una volta in sette anni. Perdere il campionato una volta non è un problema ma perderlo tante volte è inaccettabile".
Elogio di Pirlo. "E' fantastico. Ha una visione di gioco superiore e piazza la palla dove vuole. Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa… le gambe da sole non bastano".