Ivan Bogdanov, capo ultras Serbia: i precedenti penali
Per la serie Saranno Famosi, chiunque può guadagnarsi il suo giorno di notorietà, basta trovare l'occasione giusta e il momento propizio: Ivan Bogdanov, capo ultras della Serbia, ha ottenuto il suo Magic Moment monopolizzando l'attenzione durante gli scontri in Italia-Serbia; è stato lui il vero protagonista del match, cimentandosi prima nel taglio della rete in curva, aizzando la folla con l'incendio simbolico della bandiera albanese, e lanciando ripetutamente fumogeni e bengala di ogni tipo sul terreno di gioco.
Cerchiamo di conoscerlo meglio, indagando sulle motivazioni che hanno spinto Ivan Bogdanov ad agire in questo modo.
Secondo l'emittente TV B92, Bogdanov, detto anche Coi, è il leader indiscusso della tifoseria della Stella Rossa di Belgrado, e del gruppo estremista degli Ultras Boys; il 29 enne serbo, attualmente disoccupato, ha proseguito gli studi fino alle scuole medie (che in loco, per precisare, durano fino a 18 anni), per poi intraprendere la tortuosa strada degli ultraestremisti serbi, sempre in guerra con i kosovari per la conquista del Kosovo. Bogdanov è stato ripetutamente catturato dalla polizia del paese a causa di diversi reati commessi: tra risse varie, lesioni ed aggressioni a pubblico ufficiale, l'ultras serbo è stato in stretto contatto anche con il mondo della droga, dato che , nel marzo del 2005, sono stati trovati nella sua abitazione 11 grammi di Marijuana, con Bogdanov che ammette di aver comprato la droga per 20 € circa.
Oggi, l'ultimo episodio di una carriera da estremista: dopo i ripetuti lanci di fumogeni e bengala, Bogdanov si è rifugiato nel portabagagli di uno dei pullman dedicati ai tifosi serbi, costringendo la polizia italiana a cercarlo fino alle 2 e 41 della notte, quando il serbo è stato colto in flagrante insieme a un carico di borsoni pieni zeppi di esplosivi e fumogeni.
Si prospetta la galera per Ivan Bogdanov, ma una cosa è certa: ha ottenuto ciò che voleva, la popolarità.
Giuseppe Senese