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Italia verso la Spagna con poca qualità, aspettando Balotelli e Berardi

La Nazionale di Ventura è ancora un ibrido rispetto alla squadra di Conte. Contro gli iberici c’è in ballo una fetta di qualificazione al Mondiale di Russia 2018, il ct riparte dall’assetto difensivo della Juve ma in attacco può essere decisivo il recupero del Mario migliore e del talento emiliano.
A cura di Jvan Sica
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Italia-Spagna è alle porte fra certezze e dubbi soprattutto per la nostra squadra. Gli Azzurri affronteranno un avversario in ricostruzione ma con una chiara idea di gioco che i vari Iniesta, Piqué e Busquets riportano in Nazionale partendo dagli schemi del Barcellona. La Nazionale di Ventura, invece, è ancora indecifrabile, alla ricerca di una nuova identità. Ed è in mezzo al guado fra il ‘contismo' con cui l’ex ct ha marchiato la squadra e un’idea di calcio più fantasioso ma anche meno selvaggio per quel che riguarda il pressing e il dispendio fisico di ogni calciatore.

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Le note liete, cosa va

1) Prima di tutto la difesa a tre, al netto degli erroracci di Chiellini nelle prime due uscite venturiane. L’assetto voluto da Conte agli Europei è il più stabile e il meglio conosciuto dagli intepreti juventini che formano per intero la retroguardia della Nazionale. Molto possibile l’esordio di Alessio Romagnoli, a causa dell’assenza proprio di Chiellini dopo la squalifica rimediata in Israele, che dovrà adattarsi velocemente alla difesa a tre per lui che gioca a quattro nel Milan.

2) Secondo elemento da cui partire sono gli esterni. Al suo esordio l’allenatore ligure tenne a sottolineare come in questa generazione di calciatori italiani sono tanti gli esterni di qualità che possiamo utilizzare. L’idea quindi di schierare Florenzi o Candreva a destra e quasi sicuramente De Sciglio a sinistra è l’ipotesi di partenza per tenere un giusto equilibrio fra i reparti e magari sfruttare anche i punti deboli della Spagna che sulle ali gioca in maniera molto sbilanciata senza le giuste coperture da parte dei centrocampisti.

3) Terzo elemento da cui partire è la voglia degli attaccanti di essere utili alla squadra. Pellé ed Eder in Israele hanno pressato molto e tenuta corta una squadra che ha giocato quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini.

Le note dolenti, cosa suscita perplessità

1) Il duo Pellé-Eder, al di là del gioco per la squadra molto utile soprattutto alle mezze-ali che hanno la possibilità di coprire meglio quelle avversarie, hanno anche le caratteristiche per mettere in difficoltà la difesa spagnola? Pellé in Cina sta giocando buone partite e in Nazionale ha sempre reso anche in zona gol. Eder invece con l’Inter non trova una posizione che possa farlo rendere al meglio e da molto tempo non va in gol. In questo momento la stagione di Ciro Immobile è senza dubbio migliore rispetto ai due titolari.

2) L’altro grande dubbio sono le due mezze-ali quasi sicuramente titolari, Parolo e Bonaventura. Il Parolo visto contro il Milan è un giocatore evidentemente in debito di ossigeno dopo le fatiche estive con l’Italia e le prime apparizione con la Lazio. Bonaventura dal canto suo ha meno spazio per gli inserimenti nel gioco di Montella e non è ancora brillante come l’inizio dello scorso anno. Loro due dovranno fare il lavoro più difficile di copertura, rilancio e sostegno dell’azione offensiva.

3) Il terzo elemento: ferocia agonistica e poca qualità. Siamo stati molto più attendisti e alcune volte molli e disattenti anche in difesa dove invece i quattro juventini sono sempre molto concentrati.  Ed infine, c’è un ultimo grande punto interrogativo che da oggi in poi assillerà Ventura. In questa squadra gente come Balotelli e Berardi dovrebbero giocare per consentire il salto di qualità? Il Mario Balotelli delle ultime settimane non può restare fuori da questa Nazionale. Così come il talento del Sassuolo che piace a mezza Europa.

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