Italia, Tavecchio punge Marotta: “Nessun accentramento di poteri, come in Calciopoli”

Carlo Tavecchio 2.0. Non più quello sconclusionato settantenne in campagna elettorale che pur di racimolare voti scivolava sulle bucce di banana delle brutte figure tra "Opti Poba" e le donne "handicappate" nel calcio. Adesso c'è un nuovo Tavecchio, non solamente perché è stato eletto presidente quanto nella tempra che sta dimostrando nell'affrontare le critiche e le conseguenze di quanto detto nelle settimane passate. L'Uefa, in merito, aveva aperto un'inchiesta che a giorni emetterà sentenza con probabile multa economica verso il numero uno del nostro calcio. Poi, la questione della gestione federale, dei nuovi collaborati e consiglieri che vi lavorano, tra cui in primis Claudio Lotito, presidente della Lazio e addetto alle riforme nella nuova FIGC.
Lotito difeso ad oltranza: fa parte del gruppo dirigente
A dargli contro un po' tutti. Tra i tanti, anche Marotta, ds bianconero di quella Juventus che già in tempi non sospetti aveva osteggiato la candidatura e l'elezione di Tavecchio in Figc. Lo stesso Marotta che aveva polemizzato con Lotito nei giorni passati. Adesso, con il tormentone di Lotito, presenzialista come nessuno mai nella storia della Nazionale, l'occhio del ciclone è tornato ad essere sul capo del presidente federale che non si tira indietro davanti a critiche, per lui, spesso inutili e precostituite: "Ma cosa significa accentrare troppo potere in una sola persona? La gestione non è di Lotito o di Tavecchio, ma collegiale. Lui incide secondo le sue competenze e prerogative. Le decisioni passano per il consiglio federale, c'è una gestione collegiale, le altre considerazioni sono di parte o interessate. E assicuro che negli spogliatoi ci sono soltanto Conte e Oriali, io non sono mai entrato, e in campo non si è visto un dirigente federale: in passato c'erano parenti e amici, e perfino le famiglie. Ai tempi di Calciopoli si portarono tutto ciò che si potevano portare".
Decisione Uefa secondaria: nessun passo indietro
Sulla questione Uefa, le idee sono altrettanto chiare per Tavecchio che non ha la minima intenzione di rivedere la sua posizione o fare qualche passo indietro nel momento in cui l'organismo internazionale del calcio deciderà di sanzionarlo come è possibile che sia: "Sto aspettando con una certa curiosità la decisione che prenderà la Uefa, dopodiché farò la mia difesa con la massima forza. In ogni caso la mia posizione italiana non è minimamente intaccata e non prenderò alcuna decisione clamorosa di abbandonare, e di fare passi indietro nella Figc. Se domani mattina la Uefa dovesse sanzionarmi ne prenderei atto – dice ancora Tavecchio -, assolvendo l'eventuale sanzione. Ma non farei passi indietro o gesti clamorosi. Con tutto il rispetto, l'inchiesta dell'Uefa non mi tange"