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Ventura sbaglia formazione, ma per fortuna indovina i cambi

Non convince l’undici schierato dal ct Ventura contro la Spagna. Immobile e Belotti, subentrati dalla panchina, evidenziano tutte le pecche. Bene anche il debuttante Romagnoli in difesa.
A cura di Mirko Cafaro
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Un primo tempo da incubo e un secondo in cui avrebbe meritato più di quanto raccolto. Questa, in sintesi, la gara dell'Italia, nel match di qualificazione ai Mondiali contro la Spagna, pareggiato per 1-1 allo Juventus Stadium (reti di Vitolo e De Rossi). Gli azzurri partono male, complici scelte di formazione per certi versi poco comprensibili, raggiungono l'intervallo sullo 0-0 grazie alla solita monumentale difesa, poi passano in svantaggio nel momento migliore, a causa di una topica di Buffon e grazie agli innesti di Immobile e Belotti tornano in partita vedendosi sfuggire l'intera posta in palio per una serie di episodi sfavorevoli. Arbitro del match censurabile: evita due rossi sacrosanti agli spagnoli, distribuisce decisioni a caso.

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Il meglio dell'Italia: difesa, subentrati e De Rossi

  1. Difesa fortino (quasi) inespugnabile. In un primo tempo da lacrime e sangue, sono solo i tre là dietro a salvarsi e a salvare la baracca. Barzagli è il solito monumento all'efficacia, alla precisione nelle chiusure, al coraggio nell'affondare il tackle e nel guidare i compagni; Bonucci un mix di malizie e tecnica individuale; Romagnoli la novità più bella di quest'Italia, bravo a sostituire Chiellini e a fare anche meglio dello juventino, a maggior ragione di quello visto nell'ultimo periodo. Vista la buona intesa con gli altri due e il "plus" di essere un mancino naturale, alla lunga potrebbe anche puntare a una maglia da titolare.
  2. Panchina deluxe. Bonaventura, Immobile e Belotti. Sicuri che non servissero dall'inizio? Non è senno di poi, ma la convinzione che i segnali del campionato non siano da ignorare così platealmente. Il milanista entra subito per l'infortunio di Montolivo e regala maggiore vitalità, dinamismo e propositività a un centrocampo asfittico. Il laziale fa il suo ingresso nel momento peggiore, ma è subito una furia: insegue tutto e tutti, da solo mette in difficoltà l'intera retroguardia spagnola e sfiora il gol. Il torinese gioca solo una porzione di match e va anche a segno (annullato giustamente per fuorigioco iniziale di Immobile); la sua fame di gol sarà determinante contro la Macedonia.
  3. L'orgoglio di De Rossi. È tra i pochi del primo tempo a provare a far reagire i compagni dalla metà campo in su; aiuta la difesa, non lesina mai entrate, affondi e proposizione offensiva. Alla fine ha anche il merito di realizzare il rigore del pari. Premiato dalla Uefa per le 100 presenze in azzurro.

Mediana, scelte del ct e Buffon: il peggio degli azzurri

  1. Centrocampo mediocre e privo di idee. La Spagna ci sovrasta nel possesso palla e questo era da mettere in conto, ma i tre là in mezzo non la vedono proprio mai: troppo schiacciati sulla linea di difesa, coperti, impossibilitati a ricevere palloni giocabili e spesso scavalcati. L'unico a non ritrarsi mai è il romanista De Rossi, ben consapevole dei suoi compiti tattici e della posizione da tenere. Il ct Ventura, come sua abitudine, prova ad attirare il pressing spagnolo facendo cominciare l'azione da dietro, palla a terra e chiedendo ai suoi di coinvolgere Buffon nella manovra, ma gli azzurri non riescono a monetizzare alcun possesso mettendosi spesso nei guai da soli.
  2. Le scelte di formazione. Un tempo, per i giocatori – anche di valore – che non trovavano spazio nei propri club, le porte della Nazionale si chiudevano automaticamente; idem per chi andava all'estero (fosse anche la Premier League). Oggi, nell'undici di partenza, invece, c'erano la seconda o terza scelta dell'Inter di De Boer che non ingrana (Eder), la punta dei cinesi dello Shandong Luneng (Pellé); per non parlare della presenza in mediana di un grigio Parolo, in difficoltà anche con la Lazio, e di un Florenzi che ha già fatto capire con la Roma di non gradire il ruolo di terzino. Immobile, Bonaventura, Verratti, Belotti: perché tutta questa gente in forma lasciata a guardare all'inizio?
  3. L'errore di Buffon. Tutti sbagliano, ma quando succede a un big del suo calibro, fa sempre molto rumore. Non serve ricamarci su troppo, è successo e l'Italia ne ha fatto le spese proprio quando sembrava poter ingranare nel gioco e nella pericolosità offensiva.
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