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Italia senza né capo né coda, ci salvano Candreva e Immobile

Partita tremenda degli azzurri, che soffrono oltremodo contro la Macedonia, rischiano il tracollo e vincono in extremis. Poco da salvare, molto da rivedere. Mediana da incubo, Verratti allo sbando.
A cura di Mirko Cafaro
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Un'Italia irriconoscibile, soffre anche in Macedonia, rischia la figuraccia completa, ma rimedia in extremis con il gol in pieno recupero di Immobile, che fissa il punteggio sul 3-2. Si salvano in pochi tra gli azzurri. Tre in tutto: gli attaccanti Belotti e Immobile, che brindano alla prima gara insieme con tre gol complessivi e l'interista Candreva, decisivo nella rimonta con i due assist per i gol del laziale. Centrocampo da incubo con un Verratti mediocre, che spiana la strada alla rete del pari dei macedoni e un Bernardeschi da bocciare nella posizione di mezz'ala. Qualificazione ai Mondiali in Russia subito in salita; la partita di Skopje suggerisce la necessità di una struttura più equilibrata, in grado di mixare la linea verde (da tenere d'occhio anche Romagnoli e Sansone) agli elementi più esperti (De Rossi e Parolo, per citarne due), tutt'altro che da pensionare.

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Il meglio del match: attacco "futurista" e Candreva super

    1. Attacco con vista sul futuro: Immobile, classe '90, Belotti, di tre anni più giovane. Sono loro la faccia bella di quest'Italia, che soffre e subisce oltre ogni aspettativa, ma che quando si distende in attacco con i due ex compagni nel Torino è capace sempre di rendersi pericolosa. Il Gallo, alla prima presenza dal primo minuto, centra il bersaglio grosso con l'attitudine del bomber consumato. Il laziale si fa sentire nuovamente nel momento peggiore degli azzurri, trovando il gol del pari, sfiorando il bis subito dopo e centrandolo in pieno recupero.
    2. Candreva da clonare. Tatticamente intelligente, fisicamente in stato di grazia. L'unico sempre capace di attaccare e saltare l'uomo, creare superiorità, suggerire per i compagni e fornire linee di passaggio pulite. Suoi entrambi gli assist per Immobile, ma sono decine le occasioni propiziate che meriterebbero miglior fortuna, compresa l'occasione deviata in angolo dal portiere nel finale. Nel primo tempo anche un gol correttamente annullato.
    3. Buon esordio di Sansone. L'ex Sassuolo, già idolo al Villareal, entra in partita subito con buona personalità e idee lucide. Prova a fare il suo e non trema in un momento delicatissimo. Una magra consolazione, a margine di una gara tremenda.

Mediana da incubo e scelte ancora inspiegabili: il peggio

  1. Mediana da incubo. Nel centrocampo azzurro sembra esserci un Telepass di cui i macedoni usufruiscono con una continuità imbarazzante, come se nel ranking Fifa ci fosse l'Italia al 146° posto e non viceversa. Verratti non fa neanche la metà del lavoro di interdizione svolto da De Rossi contro la Spagna. Non protegge, non imposta, non mette ordine e spiana la strada al gol del pari di Nestorovski con un errore grave su un passaggio elementare. Al raddoppio ci pensa Bernardeschi che sbaglia un altro appoggio che lascia in mezzo a una strada i tre difensori, presi completamente d'infilata.
  2. Scelte (ancora) inspiegabili. Conseguente al primo punto, finiscono nuovamente all'indice le decisioni di Ventura, che passa dal profondo "conservatorismo" della sfida con la Spagna al sistema iper-offensivo di oggi. Senza De Rossi e con un Verratti con minori attitudini difensive (per usare un eufemismo), viene lasciato a guardare anche Parolo, per far posto a un Bernardeschi troppo preoccupato di assolvere (comunque male) i compiti tattici assegnati. Stavolta demerita anche Bonaventura che, se nella metà campo offensiva prova a creare superiorità numerica, davanti a Buffon latita paurosamente anche lui.
  3. Quanti gol subiti. Quattro gol nelle ultime tre partite, di cui tre dalle non irresistibili Israele e Macedonia. Con questi score non si va lontani, a maggior ragione dovendo ora pensare all'obiettivo play off, con gare di andata e ritorno.
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