Italia senza gioco, senza difesa: è una (s)Ventura
L'Italia raccoglie molto più di quanto seminato. Ventura si presenta in Macedonia con due mezzeali fuori ruolo, senza un centrocampista difensivo, senza gioco, senza equilibrio. Senza gli ingredienti che distinguono una lista di interpreti da una squadra. Oggi la Macedonia ha giocato da squadra, l'Italia per 70′ no. A lungo a Skopje la Macedonia sogna una vittoria meritata, con Pandev e Nestorovski migliori in campo. E' la nazionale numero 146 del ranking Fifa, subito dietro il Lussemburgo (145), con cui avevamo pareggiato a Perugia un paio di anni fa. Eppure finché l'Italia mantiene un 3-5-2 troppo brutto per essere vero. conduce il gioco. Ventura salva la partita e le speranze azzurre passando, in ritardo, al 4-2-4. Ma la vittoria non basta a cancellare i dubbi.
I problemi – Insensata la scelta di inserire Bernardeschi da interno di centrocampo in un 3-5-2 con Bonaventura e Verratti, contro una squadra che inevitabilmente si chiude e gioca sulla corsa, sul ritmo, sul contropiede centrale. Perché un centrocampo così squilibrato, così tecnico ma maledettamente fragile e troppo facilmente bucato?
La formazione – Contro una Macedonia modesta, Ventura presenta sei giocatori negli anni '90 e un centrocampo particolarmente tecnico con Verratti, osservato da Pandev, e l'inversione degli interni di centrocampo: Bernardeschi a destra, Bonaventura a sinistra.
Primo rischio – Il rischio però si palesa dopo 3′ minuti, sul rimpallo che favorisce Hasani a sinistra. Sul filtrante di prima di Nestorovski, infatti, nessuno si abbassa sulla trequarti, saltano le coperture preventive e Pandev si presenta indisturbato davanti a Buffon. Una situazione che si ripeterà, sull'1-0, sul 3v3 avviato dalla scivolata di Verratti, con Pandev e Nestorovki larghi e bravi a seguire l'azione senza palla: l'attaccante del Palermo sarà fermato in area, quando però il guardalinee ha già segnalato fuorigioco.
Chance sulle fasce – Chiara, e ci mancherebbe, l'intenzione degli azzurri di fare la partita a ritmo elevato. Immobile, davanti, fa un prezioso lavoro andando a cercare spazio a sinistra, sfruttando l'accompagnamento di Bonaventura,per aprire la chiusa difesa a cinque macedone. Difesa che però si stringe fin troppo in fase di non possesso e si scopre vulnerabile sui cambi di gioco. Sull'azione che porterà poi al gol giustamente annullato a Candreva, l'esterno dell'Inter gode decisamente di molto spazio per inserirsi alle spalle della linea arretrata avversaria.
Il gol di Belotti – L'Italia, però, continua a perdere troppi palloni e non riesce a coprire rapidamente il campo sulla trequarti difensiva. Così Nestorovski può liberarsi per la conclusione dalla distanza: solo la traversa salva Buffon. E' ancora un'incursione di Candreva a portare, indirettamente, al gol dell'Italia. E' il suo cross sul secondo palo a preoccupare la difesa macedone che mette in angolo. Sul corner, il blocco di Spirovski su Bonaventura favorisce l'inserimento da dietro di Belotti, poco dopo fermato per la seconda volta per un inesistente fuorigioco, che segna il suo primo gol per l'Italia alla terza presenza con il suo secondo tiro in maglia azzurra.
Buco in mezzo – L'Italia, che fa girare palla piuttosto bene ma non sfrutta abbastanza le fasce, ha bisogno che Bonaventura e Bernardeschi ricevano palla fronte alla porta. Ma soprattutto avrebbe bisogno di un maggiore lavoro in fase di copertura perché la Macedonia, seppur con schemi offensivi standard e con poche varianti, riesce troppo spesso a creare problemi quando attacca la porta per vie centrali. Lo schema prevede tre uomini, Aliovski, Nestorovski e Pandev, tutti votati all'attacco, e gli altri molto bassi invece a protezione della metà campo. Bonaventura e Bernardeschi, però, ragionano quasi da esterni e nel ruolo sperimentale di mezzala rimangono distanti da Verratti. Così in contropiede, al 42′, Nestorovski può chiedere e ottenere lo scambio da Alioski, sul cui cross il giocatore del Palermo impatta bene di testa.
I numeri del primo tempo – La parata di Buffon non nasconde le ombre per un'Italia ancora tutt'altro che convincente nei primi 45′, che nonostante il 65% di possesso palla finisce per tirare meno dei macedoni (solo 2 conclusioni nello specchio della porta, e anche senza l'errore di Bonaventura allo scadere del primo tempo sarebbe cambiato molto).
Il neo entrato Ibraimi crea la prima possibilità della ripresa per la Macedonia. I limiti degli azzurri, però, sono sempre gli stessi e il retropassaggio supponente di Verratti esacerba il periodo no. L'appoggio favorisce la fuga di Nestorovski che festeggia il gol di un pareggio che non si può non considerare meritato.
E' assurda la quantità di occasioni che l'Italia concede sempre nello stesso modo, pagando un 3v3 costante sulla trequarti. Poi, il resto lo fanno le palle perse, la deconcentrazione, la sufficienza anche di Bernardeschi che si fa anticipare e crea così le condizioni per il 2-1 di Hasani. L'Italia, però, ha meno equilibrio a centrocampo perfino della Macedonia: così la Russia si allontana.
Con l'ingresso di Parolo e Sansone, Ventura passa al "suo" 4-2-4, un modulo che di sicuro sarebbe servito dall'inizio, o magari anche solo dall'intervallo, prima che i segnali d'allarme si trasformassero in un lungo buio apparentemente senza fine. Con tutti i giocatori ora nella posizione ottimale e un maggiore equilibrio, l'Italia soffre meno e comincia a far girar meglio palla. L'Italia deve allungare e allargare la difesa della Macedonia, e ci riesce in occasione del gol del 2-2 grazie al taglio dentro di Candreva che poi servirà l'assist a Immobile.
Fondamentale la presenza di Parolo accanto a Verratti, con l'Italia che ora prende le misure ai padroni di casa: la squadra di Ventura mantiene costantemente il controllo del gioco e non presta più il fianco ai contropiede dei Leoni Rossi di Angelovski, ex centrocampista e più giovane allenatore ad aver vinto il campionato di Macedonia (con il Rabotnicki di Skopje a 38 anni). Proprio Parolo si vede annullare un gol apparso però regolare, tenuto in linea dalla parte opposta da Mojsov. Proprio Mojsov si perde Immobile sul cross morbido di Candreva. Col suo ottavo gol stagionale, il quarto in azzurro, l'Italia si prende una vittoria che rappresenta decisamente più di quanto meritato. Tre punti che non possono nascondere i problemi di un'Italia scialba, vuota e senza gioco.