Italia, Romulo: “Non sono al top, giusto che non sia convocato”

"Non è giusto che un calciatore che sta bene debba restare fuori al posto mio". L'onestà e l'integrità di Romulo – che confessa al ct, Prandelli, di non essere in condizione di forma soddisfacente per il Mondiale – sono fiabesche. Quasi si fa fatica a crederci che abbia chiesto al ct d'escluderlo dalla lista dei 23 convocati. Roba da Libro Cuore, inimmaginabile alla luce del gran rifiuto di chi – come Destro – non accetta di far parte delle riserve oppure – come Rossi – reputa di meritare il posto più di altri solo perché sei ‘Pepito' e mezza Italia è rimasta commossa dalla malasorte che ti ha colpito per gli infortuni al ginocchio. Romulo: svezzato nel cuore del calcio brasiliano indossando le maglie di Caxias, Juventude, Metropolitano, Chapecoense, Santo André, Cruzeiro, Atletico Paranaense prima di sbarcare nella Serie A tricolore. Romulo: ex Fiorentina, rivelazione assieme all'Hellas Verona di Mandorlini (6 gol in 33 presenze), duttile abbastanza da piacere a tutti gli allenatori che gli cuciono addosso il ruolo di terzino come d'esterno di centrocampo.
Romulo: l'oriundo preso di mira per la scelta di optare per la maglia Azzurra piuttosto che per quella verde-oro del Brasile. Avendo doppio passaporto, c'è chi ha malignato che si trattasse d'una decisione di comodo, considerato che mai sarebbe entrato nelle grazie di Felipe Scolari, tecnico della Seleçao. "Il ct mi aveva inserito tra i 23, ma gli ho risposto che sono al 70%", ha confessato al Corriere della Sera. A Prandelli non è restato altro che prendere atto delle parole e della determinazione del calciatore, sfilando quell'asso dalla manica rappresentato dalla capacità del difensore/centrocampista (uomo gol all'occorrenza) d'essere prezioso come un jolly. Romulo: meno italiano, più uomo di molti altri (calciatori) italiani. Perché un uomo non lo riconosci dal passaporto.