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Italia, Ranking Fifa: come si calcola

Il Ranking Fifa è un rompicapo ma, al di là dei calcoli matematici, sulla Nazionale ‘mancata testa di serie’ hanno pesato le avventure sciagurate negli ultimi Mondiali e alcuni risultati scaturiti dalle amichevoli.
A cura di Redazione Sport
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Perché nazionali come Belgio (testa di serie a Euro 2016) e Galles guadagnano punti e posizioni nella classifica delle nazionali e l'Italia resta indietro? Il calcolo del Ranking della Fifa è un rompicapo e col nuovo metodo introdotto nel 2006 è determinato da una serie di fattori:

1. risultato della partita la prima variabile è quella meno cervellotica e di più immediata comprensione: 3 punti per la vittoria, 1 per il pareggio, 0 per la sconfitta. Il nuovo sistema contempla anche le vittorie e le sconfitte maturate ai rigori: nel primo caso i punti attribuiti sono 2, nel secondo 1.
2. importanza della partita (competizione) dall'amichevole fino alle sfide della fase finale di Europei e Mondiali cambia il coefficiente che va a implementare il punteggio. Da cosa è determinato questo coefficiente? Da un moltiplicatore che varia a seconda del valore della competizione: 1 in caso di gare amichevoli; 2.5 per le gare di qualificazione sia all'Europeo sia al Mondiale; 3.5 per un match di Confederation Cup oppure la fase finale di un torneo continentale; 4 per le partite della fase finale di Coppa del Mondo.
3. la forza dell'avversario calcolatrice alla mano si comincia dal numero 209 (le nazionali inserite nel Ranking Fifa) a cui viene sottratta la posizione che occupa all'interno della classifica l'avversario, la cifra ottenuta verrà divisa per 100. La Norvegia, che l'Italia ha affrontato e battuto nell'ultima sfida delle qualificazioni a Francia 2016, è 34sima: 209 – 34 = 175 diviso per 100 è 1.75 la forza della nazionale scandinava. A questo calcolo matematico vanno aggiunte due variabili: se l’avversario è in cima al ranking godrà di un moltiplicatore pari a 2, se è al di sotto della 150a posizione il suo moltiplicatore sarà 0.5.
4. la forza della confederazione AFC (Asia), CAF (Africa), CONCACAF (Nord e Centro-America) e OFC (Oceania) hanno un coefficiente pari a 0.85. CONMNEBOL (Sudamerica) 1, UEFA 0.99. Il moltiplicatore della forza della confederazione quindi è dato dalla media tra i valori delle confederazioni delle due squadre. Come si calcola il coefficiente della singola partita? Sommando i coefficienti delle singole confederazioni e dividendo per 2. Per esempio, se l'Italia (Uefa, 1) gioca contro Tahiti (OFC, 0.85) il coefficiente della gara sarà 1 + 0.85 = 1.85 diviso 2 = 0.925.

Se non v'è venuto già il mal di testa, c'è ancora una cosa da tenere in considerazione: il tempo. Ovvero la decisione da parte della Fifa di tener conto delle partite giocate negli ultimi quattro anni e, in particolare, degli ultimi 12 mesi. Già perché se il match è stato giocato in questo lasso di tempo il risultato viene moltiplicato per 1; tra i 12 e 24 mesi per 0.5; tra i 24 e i 36 mesi per 0.3; tra i 36 e i 48 mesi per 0.2.

La moltiplicazione di tutti questi valori darà il punteggio totale per partita. Proviamo a fare un calcolo come esempio e prendiamo la partita tra Croazia e Italia (gara di qualificazione all'Europeo) del 12 giugno scorso, il match finì 1-1: risultato 1 (pareggio); coefficiente importanza partita 2.5 (qualificazione all'Europeo); forza dell'avversario 1.82; forza della Confederazione 0.99 per un punteggio totale della partita di 4.50. La somma di tutti questi punteggi di ogni singola partita diviso per il numero delle partite giocate darà il punteggio annuale.

Le perplessità di questo metodo di calcolo

Le medie annuali possono fare da zavorra al ranking di quelle nazionali che giocano più partite o più amichevoli rispetto ad altre squadre che razionalizzano gli impegni alle partite ufficiali (come ha fatto il Galles). Nell'ambito di gironi di qualificazione una nazionale può risultare penalizzata, suo malgrado, da avversari di forza inferiore. Prendiamo ad esempio proprio l'Italia di Conte che in partite ufficiali ha battuto avversari dal basso coefficiente (Norvegia, Azerbaijan, Malta), ha sì superato l'Olanda sempre in amichevole ma ha perso (sempre in amichevole) contro il Portogallo. I pareggi contro Croazia (andata e ritorno, qualificazione a Francia 2016), Bulgaria e con l’Inghilterra (in amichevole) hanno schiacciato verso il basso la media fino a limitarne la possibilità di agganciare le teste di serie. A parziale discolpa di Conte va citato un ulteriore fattore: la sciagurata avventura al Mondiale in Brasile, abbinata a risultati che sotto la gestione Prandelli non sono stati eccelsi (compresi le amichevoli), è come se avessero lasciato in eredità una sorta di ‘debito formativo' scontato oggi dagli Azzurri.

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