Italia, Prandelli promuove gli oriundi, la moviola in campo e i tempi da 30 minuti
Cesare Prandelli si racconta a 360° parlando di tutto con serenità e esprimendo anche delle idee innovative che potrebbero a suo modo di vedere aiutare il calcio a migliorarsi e a tenere il passo dei tempi.
In una brillante intervista rilasciata al settimanale Sette, oggi in edicola, il nuovo C. T. della nostra nazionale interviene su vari temi, dimostrando già una novità rispetto al suo predecessore Lippi: la capacità di concedersi maggiormente ai microfoni e alla carta stampata. Tanto per cominciare l'ex allenatore della Fiorentina esprime un positivo parere sul collega Mourinho: «Il suo stile è stato traumatico: ha rotto gli schemi, si presentava in conferenza e spiegava perché non convocava questo o quello. Noi invece abbiamo sempre cercato di salvaguardare giocatore e spogliatoio». Forse un riferimento velato alla gestione di Balotelli, e ai cosiddetti oriundi da inserire al più presto nei ranghi della nostra nazionale. Infatti ha poi proseguito il buon Cesare: «Per avere autorevolezza devi essere te stesso. Se ti metti un abito che non è tuo alla lunga ti “sgamano”. Bisogna cercare la chiave con pazienza. Gli oriundi? Chiamiamoli nuovi italiani».
Sembra avere le idee molto chiare Prandelli che alla fine dell'intervista poi spiazza tutti, e alla luce dell'ormai archiviato mondiale sudafricano si sbilancia, consigliando alla FIFA delle innovazioni che potrebbero aiutare ad evitare, spiacevoli episodi come quelli visti in molti match della rassegna iridata, insistendo sull'aiuto della tecnologia in campo:«Il tempo effettivo come nel basket, due tempi da 30 minuti e la moviola. L’arbitro microfonato decide in diretta, pubblicamente: emozionante. Tanto c’è già la moviola in campo. Lo si è visto nella finale di Berlino 2006 in occasione dell ’espulsione di Zidane, anche se non l’hanno mai ammesso».
Marco Beltrami