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Italia, Macalli duro su Agnelli: “Ringrazi il suo cognome, senza quello lavorerebbe al tornio!”

Dopo le dichiarazioni del presidente della Juventus, nei confronti di Carlo Tavecchio, entra in campo anche il numero uno della Lega Pro con parole pesantissime che faranno discutere.
A cura di Alberto Pucci
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Più che calcio, sembra un incontro di wrestling americano: uno di quelli dove, a volte, volano anche le sedie. Il problema è che, mentre negli States è tutta finzione, qui da noi è tutto terribilmente vero. Complice il doppio addio di Prandelli e Abete, il clima intorno alla Figc si è fatto irrespirabile. Dopo le dichiarazioni di Barbara Berlusconi ed Andrea Agnelli, entrambi favorevoli ad uno svecchiamento del sistema calcistico italiano e contrari alla candidatura di Carlo Tavecchio, è arrivata la durissima risposta di Marco Macalli, presidente della Lega Pro, al presidente bianconero: "Io lavoro, produco e pago le tasse – ha tuonato a margine dell'apertura del calciomercato a Milano – Lui e la sua famiglia hanno spolpato l'Italia. Non sono unti dal Signore, hanno solo il cognome e senza quello forse andrebbero in un tornio ogni mattina. Io mangio a casa mia, non mangio con i soldi del governo italiano".

Macalli, 77 anni e nuovamente a capo della Lega Pro dal 2012, ribadisce il suo fermo appoggio alla candidatura di Tavecchio e spara "a zero" su tutti i club di Serie A: "In questi giorni la democrazia è stata calpestata, ora mi stanno scocciando – tuona Macalli – Uno si presenta col programma e chiede i voti. Se li prende governa sennò va a casa. Quelli che oggi ci vogliono dare lezioni sono gli stessi che hanno bloccato il calcio italiano per anni. La Serie A, per un anno e mezzo, ha disertato il consiglio federale perché voleva più stranieri, oggi ci fa la lezione. Parlano perché devono dare aria alla bocca. L'idea delle seconde squadre? Le società di Serie A diano a noi i loro salumi – conclude Macalli – Pagando, li faremo stagionare bene!"

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