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Italia, lo “sbarbato” Zaza pronto per l’Inter e per la vecchia signora

L’attaccante lucano è l’uomo del giorno in “Casa Azzurri”. Dopo le due ottime prove in nazionale Zaza si sta preparando, a cominciare dal look, per la sfida di Milano.
A cura di Alberto Pucci
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Prima la cresta, ora anche la barba. Sarà un Simone Zaza completamente nuovo quello che si presenterà in uno degli stadi più gloriosi d'Europa: il "Meazza" di Milano. Passata la sbornia azzurra, dopo il gol ad Oslo contro la Norvegia, l'attaccante del Sassuolo è atteso dalla ripresa del campionato e dalla difficile trasferta contro l'Inter di Osvaldo. Dopo essersi tolto lo sfizio dell'esordio (con gol), nella squadra di Antonio Conte, Zaza è passato dal barbiere e si è tolto anche quella barba, per la quale sua mamma Caterina (e i suoi amici) non stravedevano. Oltre alla marcatura stretta degli avversari norvegesi, l'Ibrahimovic di Policoro (come in molti, ormai, lo chiamano), sembra aver retto bene anche l'urto mediatico dei complimenti: elogi arrivati da più parti che, certamente, non avranno fatto piacere a Mario Balotelli, suo naturale "competitor" per la maglia da titolare al centro dell'attacco italiano. Nello stadio che fu di "Super Mario", già violato dall'attaccante del Sassuolo nella scorsa stagione (suo il gol della "bandiera" contro il Milan), Simone Zaza è chiamato all'esame di maturità: dimostrare al palato fine di San Siro di esser diventato il nuovo "crack" del calcio italiano.

Il viaggio di Simone – Dalla Basilicata alla Francia, passando dalla Lombardia. Il sogno di Zaza, cominciato dalle giovanili dell'Atalanta, prosegue dritto verso lo "Stade de France" di Saint-Denis: impianto parigino che ospiterà la finale di Euro 2016. L'ascesa fulminea e luminosa del giocatore che ha fatto impazzire i tifosi dell'Ascoli e del Sassuolo, potrebbe trovare il suo culmine proprio nella città che ospita il suo mito svedese. L'oggi della punta neroverde si chiama Nazionale e, ovviamente, Sassuolo. Domani, forse, potrebbe fare l'ulteriore salto di qualità e vestire la maglia della Juventus, con la consapevolezza di essere pronto per invitare a cena l'affascinante vecchia signora del calcio italiano: senza cresta, senza barba e con una maglia bianconera sotto il braccio.

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