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Italia, la rivincita di Giaccherini: “Non me l’aspettavo. Conte? Non è cambiato”

Con il ritorno di Conte, Giaccherini ha ritrovato una maglia da titolare nella squadra azzurra.
A cura di Marco Beltrami
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Con l’inizio dell’era Conte sulla panchina dell’Italia, Emanuele Giaccherini ha ritrovato una maglia da titolare nella squadra azzurra. Una bella rivincita per un giocatore spesso sottovalutato, ma molto preziosi per gli equilibri in campo. Basti pensare infatti che l’ex allenatore della Juventus non prese benissimo la sua cessione al Sunderland da parte della dirigenza bianconera. Adesso Conte potrà nuovamente contare su Giak come confermato dal suo impiego da titolare durante l’amichevole di Bari tra Italia e Olanda. A poche ore dalla sfida tra Norvegia e Italia, il duttile centrocampista è intervenuto in conferenza stampa esternando la sua sorpresa per la convocazione nonostante il piccolo infortunio di qualche giorno fa: “Se m'ha sorpreso la chiamata? Quando Conte è stato chiamato alla guida della Nazionale ho pensato, posso avere più chances. Però non me l'aspettavo perchè un mese fa avevo avuto un piccolo stiramento".

Giaccherini e il solito Conte

Inevitabile una domanda su Conte e sul come Giaccherini abbia ritrovato il suo ex allenatore dopo l’esperienza alla Juventus: “Forse l'ho trovato più sereno. Conte è un allenatore molto duro in campo, che pretende molto dai suoi giocatori, però questo ha il risvolto della medaglia che i giocatori, quando vanno in campo, si esaltano e danno il 110%. Ha vinto tanto e ha ancora voglia di vincere".

Le differenze tra il calcio italiano e quello inglese

Giaccherini in Inghilterra si è rivelato una pedina importante per il Sunderland, sempre pronto ad offrire il suo contributo anche partendo dalla panchina. L’ex Cesena è felice della sua scelta e evidenzia i limiti del calcio italiano: “Non sono pentito di essere andato in Inghilterra. Il primo anno non è stato da buttare. Quest'estate non ho ricevuto alcuna chiamata da squadre italiane. Ho altri due anni di contratto con il Sunderland. Il nostro calcio? Bisogna riportare i giocatori italiani in prima squadra, anche se so che non è facile. La Serie A è sempre tra i campionato più importanti anche se ha perso un po' di valore".

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