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Italia, la rinascita di Eder: l’oriundo che nessuno voleva in azzurro

L’italobrasiliano si è riscattato alla seconda occasione segnando il gol decisivo per il successo contro la Svezia che è valso gli ottavi di finale. Una rinascita personale dopo le feroci critiche della vigilia e una rivincita anche di Conte che lo ha convocato pur avendo tutto e tutti contro.
A cura di Alessio Pediglieri
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Martin Eder, eroe di giornata. Dopo Graziano Pellè contro il Belgio è toccato all'attaccante dell'Inter rompere il digiuno con il gol. Contro la Svezia, l'italobrasiliano è risultato decisivo per la seconda vittoria azzurra che è valsa il passaggio certificato agli ottavi di finale di un'Italia che alla vigilia era considerata una semplice nobile decaduta senza qualità né aspirazioni. Due partite, due successi, due attaccanti che segnano. All'appello mancano Simone Zaza e Ciro Immobile. Forse a loro verrà dato spazio nel terzo match del girone, contro l'Irlanda in quella che potrebbe essere la sfida che regala il primo posto all'Azzurro. Intanto, però, onore a Eder, risorto all'improvviso dopo una stagione vissuta in parabola discendente.

La vittoria di Conte – Pochi ci credevano, ancor meno l'avrebbero portato in Francia. Tra questi non c'è di certo Antonio Conte, il ct azzurro che ha creduto fino all'ultimo sull'uomo e sul giocatore, malgrado tutti volessero altre convocazioni e altre scelte: "Avete visto a cosa sere la convocazione di Eder?" si è lasciato sfuggire nel dopo gara il tecnico barese a microfoni spenti, togliendosi un macigno dal sandalo. Perché proprio l'ex Sampdoria era una delle (tante) scommesse che Conte si è messo in valigia per questo Euro2016. Non l'ha vinta, ma di certo è sulla buona strada per farlo.

Pellè-Eder, fuori uno segna l'altro – E poi c'è Martin Eder, l'uomo dai 12 gol con la maglia blucerchiata nella prima parte di stagione e un solo gol con quella dell'Inter, con le incomprensioni con Roberto Mancini e una lenta e costante involuzione nel rendimento e nella produttività sotto porta. Anche contro il Belgio, tanto movimento, sacrificio, la fiducia del Ct che lo mette dal principio fino alla sostituzione. Ma nessun gol e qualche critica. Poi con la Svezia, la scelta di Conte di togliere il compagno Pellè, lasciando Eder in campo fino alla fine, venendo ripagato dal gol partita all'88'.

Le parole di Eder – Una rete alla sua maniera, di prepotenza, tecnica, ma soprattutto caparbietà. Doti che hanno rilanciato prima Pellè, poi Eder, i due alfieri dell'asfittico attacco azzurro, e che oggi vanta tre gol in 180 minuti: "Non so dove ho trovato le energie per il gol, qui non ci sono partite facili. Nel secondo tempo siamo riusciti a fare meglio, anche grazie al mister ma l'importante è aver vinto: il mister ci ha chiesto di andare più sulle fasce, lo abbiamo fatto e siamo riusciti a vincere. Ci sono gare difficili, guardate la Germania, la Francia o la Spagna: tutti gli avversari sanno oramai stare in campo e metterti in difficoltà".

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