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Italia, Insigne asso nella manica. Ma con la Spagna servirà non fare come la Juve col Real

Il 4-2-4 messo in cantiere da Ventura per ora non convince. Cosa va e cosa non va nella Nazionale in corsa per Russia 2018. A settembre nella tana delle Furie Rosse non possiamo permetterci di fare come la Juve che ha lasciato il centrocampo al Real Madrid venendo surclassata nel secondo tempo della finale di Champions League.
A cura di Jvan Sica
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Ventura lo aveva specificato il primo giorno di raduno per questa doppia sfida a Uruguay e Liechtenstein: "Pensiamo solo a queste due partite". Tentativo vano se lui stesso, sia alla fine della partita coni sudamericani che contro la piccola nazionale nordeuropea si è lasciato andare su considerazioni, progetti e speranze per la partita decisiva per la qualificazione diretta ai Mondiali di Russia 2018 del 2 settembre al Santiago Bernabeu. Immaginare adesso come si arriverà a quell'appuntamento a più di due mesi di distanza è molto complesso, con un’estate di mezzo fra vacanze e preparazione, ma da queste due partite è possibile estrapolare alcune considerazioni che ci proiettano fino al 2 settembre.

Le certezze, cosa va

Il blocco difensivo juventino

Non ha cali di concentrazione e con due finali di Champions League in tre anni ha raggiunto anche quello che in questo decennio ci è mancato, ovvero la dimestichezza con gli appuntamenti decisivi.

I giovani

Detta così sembra un controsenso, avendo i vari Conti, Pellegrini, Caldara presenze in Nazionale solo con San Marino o Liechtenstein. Si è visto però proprio in queste occasioni come in caso servano, possano entrare già rodati ed essere utili alla causa fin da subito. Inoltre per loro e tanti altri come Berardi, Bernardeschi, Benassi ci sarà anche un Europeo Under 21 da giocare al massimo per aumentare la propria autostima e sicurezza.

Lorenzo Insigne

Altra certezza su cui poterci basare per la sfida contro la Spagna deve essere la creatività di Lorenzo Insigne. Contro il Liechtenstein è stato magistrale, con momenti di classe pura di altissimo livello internazionale. Dobbiamo affidarci a lui per immaginare spazi di passaggio e giocate che anche gli spagnoli hanno ormai difficoltà a mettere in campo.

Spinazzola, rivelazione anche in Azzurro

Un’altra certezza che non sapevamo di avere è l’avere forse (mettiamoci ancora il forse) un esterno sinistro di tutto rispetto. In queste due partite Leonardo Spinazzola ha giocato davvero bene, sia in attacco che in difesa, proponendo una varietà di soluzioni molto interessanti sia con il piede sinistro che destro e soprattutto rimanendo presente in fascia fino al 90’ e oltre. Una meravigliosa scoperta se pensiamo che sull’altro lato abbiamo già buoni interpreti come il più sicuro Darmian dopo la cura Mourinho, un De Sciglio che cambiando aria può anche migliorare e soprattutto Andrea Conti che è l’alter ego di Spinazzola sulla fascia opposta.

nazionale insigne buffon belotti

I dubbi, cosa non va

Le condizioni di Verratti

La partita di settembre è davvero difficile per forza dell’avversaria, importanza della posta in palio e ambiente. Per questo, insieme alle certezze, sono anche tanti i dubbi che vengono fuori da questo doppio incontro di giugno.  Il primo è la presenza in buone condizioni di Verratti. Lui è il nostro regista e l’uomo che deve dare velocità ad un centrocampo a volte lento nel far girare la palla, come si è visto durante il primo temp contro il Liechtenstein. In questo senso la sua presenza è determinante ma Marco Verratti sono almeno due anni che ha problemi fisici e che in momenti fondamentali per la sua carriera, sia col Psg che con la Nazionale, ha infortuni che lo bloccano. Il dubbio è averlo sano e pronto per il 2 settembre, dopo un’estate in cui magari cambierà anche maglia di club.

Quale modulo?

Sia contro l’Uruguay sia con il Liechtenstein Ventura ha provato il suo amato 4-2-4. È stato molto giusto farlo perché quello è il suo progetto di squadra e non si può prescindere da queste situazioni per non provare l’assetto del futuro. Ma per la sfida alla Spagna possiamo permetterci un modulo ancora non rodato e messo a punto nei minimi particolari? E soprattutto possiamo permetterci di fare come la Juventus che ha lasciato il centrocampo al Real Madrid venendo surclassata nel secondo tempo della finale di Champions League?

Il ruolo degli esterni

Molto probabilmente in Spagna giocheremo con tre centrocampisti e due esterni. Ma anche qui nasce un altro dubbio: gli esterni devono essere attaccanti alla Insigne o cursori alla Darmian?

La coesistenza di Belotti e Immobile

Altro dubbio emerso dalle ultime due partite è la coesistenza, che sembrava perfetta fino a poco tempo fa, fra Belotti e Immobile. Ingolfandosi verso il centro dell’area per i movimenti delle ali che si accentravano e rubavano spazio di gioco, i due si sono calpestati i piedi e non hanno trovato fluidità di manovra. A soffrire molto Immobile, bloccato in spazi stretti, senza la possibilità di svariare e decentrarsi come fa anche con la Lazio. Anche in questo caso, c’è da capire se al Santiago Bernabeu sarà meglio giocare con due ali creative che sappiano creare gioco o con due attaccanti centrali capaci di impegnare fisicamente i centrali spagnoli e farsi vedere tanto in profondità sui lanci dei difensori e centrocampisti.

Fra certezze e dubbi, una speranza

La partita con la Spagna deve non solo essere giocata per vincere ma anche per dimostrare che siamo già al livello dei top team, non solo per competenza difensiva e capacità tattiche, ma anche per gioco e fase offensiva. Se in quella partita diciamo al mondo che siamo tornati pericolosi anche in quanto costruttori di gioco, possiamo sicuramente essere fiduciosi e speranzosi per un Mondiale non poi troppo lontano.

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