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Italia, Di Biagio e Donadoni pronti per il dopo-Conte

Ma Tavecchio smorza gli entusiasmi: “Non abbiamo preso ancora nessun accordo con alcun allenatore”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Ufficialmente, l'Italia è saldamente in mano ad Antonio Conte e per la sua successione si vedrà. Ma dietro le quinte si pensa già a chi sostituirà il tecnico salentino che, una volta che sarà stato archiviato l'Europeo 2016, volerà (probabilmente) al Chelsea. La sua avventura sulla panchina dell'Italia non ha portato ai risultati sperati: il tifo azzurro, anziché ricompattarsi, si è ulteriormente allontanato dalla Nazionale, l'enorme numero di oriundi convocati non portato a miglioramenti tecnici, le classifiche dei ranking europei e mondiali vedono la squadra azzurra sprofondare sempre più. Insomma, se Prandelli prima della sciagurata spedizione ai Mondiali 2014 era quantomeno riuscito a conquistare il 2° posto ad Euro 2012, per Antonio Conte l'imperativo per salvare la baracca è quello di conquistare addirittura il titolo continentale.

Una missione (quasi) impossibile per gli Azzurri, che non vincono il titolo europeo dal 1968: da allora ci sono andati vicini ma non hanno mai portato a casa il risultato. Gli ultimi due tentativi sono falliti in finale: Zoff nel 2000 (2-1 contro la Francia ai supplementari) ed appunto prandelli (4-0 dalla Spagna). La palla, comunque vada l'Europeo di Francia 2016, passerà poi al successore di Conte, che dovrà guidare gli Azzurri prima al Mondiale 2018 in Russia. Ed è già toto-allenatore.

In pole position ci sarebbe Gigi Di Biagio, attuale tecnico dell'Under-21: la sua "promozione" permetterebbe di avere un commissario tecnico che, a differenza di Conte, già conosce molto bene i giovani azzurrini, e che dunque saprebbe già chi è pronto al grande salto, dando così una forte "rinfrescata" ad una squadra "anzianotta" come quella azzurra. Ma il sogno resta Roberto Donadoni: il tecnico, che già aveva guidato l'Italia ad Euro 2008 (uscendo solo ai rigori per mano della Spagna poi vincitrice del titolo nei quarti di finale), potrebbe accettare e tornare così sulla panchina azzurra a distanza di otto anni.

Ma Tavecchio smentisce tutto: "Nessun contatto e nessun accordo è stato preso con nessun allenatore", ha tagliato secco il presidente federale, "sapevamo che il contratto del ct era di due anni. Io speravo restasse, ma sapevo che l'impegno assunto da Antonio era biennale: ha bisogno del campo, questo gli ha fatto decidere di cambiare e andare in un grande club", ha commentato ancora Tavecchio intervistato da RaiSport. Chiunque si siederà sulla panchina azzurra, però, avrà un obiettivo: rivitalizzare il vivaio azzurro. "E' quella che gli spagnoli chiamano la cantera. Stiamo investendo sulle strutture di Coverciano, sulla scuola e i corsi per allenatori. Da qui credo che bisogna ripartire".

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