Italia contro la Macedonia, 5 errori da non ripetere
Dalla partita contro la Spagna di giovedì sera, Ventura e la Nazionale possono tirare fuori diversi elementi positivi. Prima di tutto il punteggio. Una sconfitta casalinga dalla Spagna avrebbe voluto dire primo posto già in cassaforte per le Furie Rosse, mentre in questa situazione possiamo ancora giocarcela. In secondo luogo la reazione della squadra che è stata veemente, capace di mettere in grande difficoltà la Spagna negli ultimi 20 minuti. Terzo fattore positivo i cambi, tutti importanti per far rendere di più e meglio l’intera squadra.
A Skopje contro la Macedonia (146sima nel Ranking Fifa) si va in campo con i soliti dubbi post-Europeo ma è fondamentale da parte di Ventura non ripetere almeno cinque errori grossolani compiuti soprattutto nella prima ora contro la Spagna.
1 – Centrocampo a tre. Il primo grande errore di giovedì è l’aver schierato un centrocampo a 3 (gli esterni fanno doppia fase e, come da convocazioni ‘contiane', sono da considerare a parte) troppo lento e macchinoso per contrastare il fraseggio corto degli spagnoli. Giocando a 3 le due mezze-ali devono correre tantissimo per svolgere un triplo compito: chiudere le linee di gioco avversarie, pressare sugli uomini e sganciarsi in attacco. Parolo attuale, De Rossi e Montolivo non avrebbero mai potuto fare un gioco del genere e i risultati a Torino si sono visti. Urge con la Macedonia un centrocampo molto più dinamico e in forma, partendo dall’utilizzo di Verratti centrale e almeno uno fra Bonaventura o Florenzi in posizione interna rispetto alla partita scorsa.
2 – Seconda cosa da mettere a posto sono proprio gli esterni. Giocare con due cursori di quantità più che qualità, come Florenzi e De Sciglio, ci dà meno soluzioni in attacco e ci fa aprire troppo poco il gioco. Giusto tenere uno dei due, perché è fondamentale l’equilibrio, ma Candreva attuale è un’arma troppo importante per non giocarsela.
3 – Il reparto da rivedere è l’attacco. Far giocare insieme Pellè ed Eder, come detto spesso, oggi non ha lo stesso valore degli Europei. In Francia le mezze-ali assistevano tantissimo l’attacco (soprattutto Giaccherini) e i due erano in una forma strepitosa. Pellé si è fatto fuori da solo con un gesto francamente inconcepibile, per cui è tempo di provare due attaccanti mobili, che sappiano sì pressare, ma soprattutto muoversi in verticale, magari tenendo meno palla per far salire la squadra senza il più sicuro ma anche molto prevedibile gioco di sponda sul centravanti-boa.
4 – Scendere in campo con un atteggiamento aggressivo fin dall’inizio della partita. È evidente che la Macedonia non darà gli stessi problemi della Spagna ma aggredirli subito, rischiando anche l’uno contro uno dei nostri difensori contro i loro attaccanti, è una carta che dobbiamo giocare da qui in poi. Contro la Spagna abbiamo visto tante coperture preventive e una difesa troppo sostenuta dai centrocampisti e gli esterni. Sempre contro la Spagna abbiamo visto anche come i difensori italiani possano giocarsela contro tutti gli attaccanti, primo fra tutti Romagnoli, autore di una grande partita giovedì. Ed è per questo che possiamo pensare di disequilibrarci un po’, pressando molto più forte, per poi avere uomini più freschi nelle ripartenze.
5 – La percezione in campo internazionale. Dopo gli Europei tutti hanno iniziato di nuovo a temerci. Non dobbiamo fermarci, ma continuare a proporre un gioco moderno e redditizio. In Europa i nostri giovani hanno grandi prospettive. Diamo loro fiducia e guardiamo con grande speranze al futuro, dimostrandolo sul campo.